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CROTONE – Potrebbe essere una fotografia del nuovo millennio l’indagine avviata dalla Sezione di polizia postale e dalla Squadra Mobile della Questura su una serie di immagini e video hard che circolano via WhatsApp sugli smartphone di tantissimi ragazzini crotonesi; l’inchiesta ha già portato all’individuazione di una ventina – ma forse sono di più – di responsabili, tutti minorenni, ma si lavora intensamente all’ipotesi che i telefonini possano essere stati maneggiati anche da maggiorenni. Questi ragazzini fanno foto o realizzano video osè e inoltrano i materiali hard ai loro amici ad insaputa delle vittime. E’ un fenomeno, ormai, che però configura un’ipotesi di reato gravissima, di quelle che implicano l’arresto, che ai minorenni sarà comunque risparmiato: stiamo parlando, infatti, di detenzione di materiale pedopornografico. Quello che forse è iniziato come un gioco per tanti giovanissimi che per lo più frequentano scuole superiori e non hanno ancora conseguito la maggiore età rischia pertanto di portare a conseguenze giudiziarie serie. Perché stiamo parlando di un nuovo crimine, sempre più diffuso perché sempre più persone approfittano dell’impalpabilità del cyberspazio per prendersi burla dell’amico più debole, rendendolo ancora più vulnerabile, pensando magari di farla franca perché il mittente del messaggio resta occulto. Invece, qualcuno che magari ha voluto divertirsi o iniziare un torbido gioco a sfondo sessuale rischia di produrre effetti negativi sulle vittime.

La vicenda è emersa grazie a qualcuno che ha avuto il coraggio di raccontare tutto agli specialisti della Sezione, che conta appena quattro unità ed è tra i presidi che rischiano di essere smantellati nell’ambito di una spending review che non risparmia neanche la sicurezza.

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