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PIU’ che un annuncio, è una comunicazione dal sapore definitivo.
«Il museo fotografico Pasolini sito nel rione Vetere nei Sassi di Matera, chiude definitivamente i battenti».
Lo scrive in una lunga nota, Mario Notarangelo dell’associazione culturale intitolata al regista del “Vangelo secondo Matteo”, il cui padre, Mimì, giornalista e fotografo ebbe un lungo rapporto umano e professionale con il regista nel corso delle riprese tra i Sassi. Testimonianze rimaste nella storia e nell’archivio esposto proprio nel museo che, a quanto pare, ha le ore contate. «La chiusura – spiega ancora Notarangelo – avviene per motivi indipendenti dalla nostra volontà di portare avanti il progetto di mostra permanente, poichè il locale è privato e l’associazione non possiede innanzitutto i mezzi finanziari e le possibilità per fronteggiare i costi di gestione della mostra che nella stagione estiva scorsa ha registrato migliaia di presenze, e poi perchè il locale verrà destinato per una futura apertura di un’attività commerciale. Ci sentiamo impotenti di fronte a queste vicende ma soprattutto non tutelati e abbandonati dalle istituzioni che non ci hanno mai sostenuto». La nota dell’associazione Pasolini prosegue contestando la scarsa attenzione ricevuta finora: «Perdiamo una grande occasione poichè noi ce l’abbiamo messa tutta per lanciare quella pietra nell’acqua per poi creare l’onda e avere così la speranza che qualcuno nei piani alti dell’istituzione Comune cogliesse il nostro messaggio. Ma evidentemente i big protagonisti della cultura materana e cioè il sindaco Adduce, l’assessore Giordano, Marta Ragozzino e Paride questo non interessa. Loro del resto – si legge ancora nella nota – sono fortemente impegnati a cercare di capire come svolgeranno il Programma del Cinquantenario Pasoliniano di cui ancora non si ha traccia e ombra e dove addirittura la nostra associazione non è stata coinvolta e interpellata ufficialmente e dove addirittura si prevede un dispendio economico senza precedenti. Tutto avviene nel buio come al solito e come del resto anche nelle altre cose». L’appello di Notarangelo torna a soffermarsi sulle celebrazioni per il cinquantenario del Vangelo secondo Matteo.
«Abbiamo più volte tentato di collaborare affinchè si facesse un programma insieme, unendo le forze per fare tutti una bella figura ma soprattutto per la città di Matera che ha un grande patrimonio di 50 anni di di grande storia del cinema, ma ora tocca ai big dire la loro».
In ballo, tornando alla vicenda legata al Museo fotografico Pasolini, c’è il grande archivio fotografico di Notarangelo che scrive, infine: «Se ancora una volta verremo abbandonati, vorrà dire che le meravigliose gigantografie fotografiche di Domenico Notarangelo finiranno negli scantinati vari a fare polvere come del resto insieme al suo immenso archivio culturale ormai abbandonato da anni in attesa di una destinazione ad una location più volte promessa e che non arriverà mai».
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