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E’ in bilico l’edizione 2014 della festa che dà l’addio all’estate, che attira più potentini, che regala lo spettacolo più atteso. Tanti primati che però non garantiscono la tranquilla esistenza dei Fuochi sul Basento di contrada San Luca Branca.

Sospeso sull’evanescenza di un’amministrazione uscente, aggrappato alla speranza di un’amministrazione ancora da eleggere, in precario equilibrio tra le voci “entrate” e “uscite” del proprio bilancio, il festival dei fuochi artificiali è comunque ogni anno fonte di ansia per gli organizzatori.

Innamorati della pirotecnia (“E solo per questo continuiamo a organizzarla”, dicono), i responsabili della manifestazione – che cade di solito ai primi di settembre, sempre di sabato – non nascondono che ogni anno per mettere insieme il portafogli necessario è complicato.

“Il costo si aggira sui 70.000 euro – spiega Mimmo Telesca, revisore dell’associazione “San Luca Branca” – e ci arrivano contributi per circa 27.000 euro. A darli sia la Regione che il Comune. A erogarli, proprio l’amministrazione municipale”.

Di solito, ai primi di maggio parte la macchina organizzativa che mette in piedi tutto ciò che serve. La gara dei fuochi è incastonata all’interno di una festa dalle molte anime, ognuna deve essere valutata e sviluppata.

C’è l’aspetto religioso: non per nulla la dedica è alla Madonna delle Grazie, la cui statua viene portata in processione lungo le strade della contrada. Ci sono la messa, i rosari, il corteo.

Poi ci sono i momenti d’intrattenimento e culturali: i concerti, gli spettacoli di cabaret, le serate danzanti e il sacro, irrinunciabile tour della banda musicale.

E infine c’è il festival pirotecnico. Tutto questo vuol dire richiesta di permessi e autorizzazioni, servizi di logistica, service audio e video, montaggio palchi, dislocazione bancarelle e stand, luminarie e illuminazione. E ancora, per i fuochi: altri permessi e altre autorizzazioni, servizi antincendio e di sicurezza, predisposizione delle piattaforme di lancio, prove e via dicendo.

In altri termini: burocrazia, sudore. E soldi. Perché i fuochisti non vengono certo gratis. Ognuna delle (certo, spettacolari) performance degli artisti che vengono da tutta Italia presuppone discreti cachet. Pochi minuti di meraviglie in aria, migliaia di euro che passano di mano.

“Abbiamo provato a chiedere qualcosa in più – dice Telesca – ma ogni volta non siamo stati ascoltati”.

Questa volta però c’è un rischio in più. Di solito l’associazione ai primi di maggio già comincia a organizzare il tutto, con le spalle parzialmente coperte dal contributo delle istituzioni, con le quali si è già avuto modo di parlare e che hanno dato certezze. Quest’anno, si vota per il nuovo sindaco di Potenza il 25 maggio.

Poi ci saranno i tempi per l’insediamento, la formazione della giunta – che di solito non è automatica né veloce – e il rodaggio dei primi giorni. E si è già a giugno inoltrato. Tardi. Pericolosamente tardi.

“Io spero – dichiara Telesca – che chi viene eletto, chiunque sia, voglia ascoltarci. E magari darci qualcosa in più del solito: avremmo bisogno di 40.000 euro. Ma l’importante è che comunque si faccia presto. Ne va della manifestazione”.

Il resto dei soldi, da sempre, lo danno i cittadini che mettono mano a quella che a Potenza si chiama “tela” e le aziende che accettano di fare da sponsor. “Mai più di 2.000 euro a soggetto”, puntualizza Telesca, che aggiunge: “Quindi, dobbiamo trottare più del solito”.

Un moto di stizza Telesca lo ha nei confronti di una politica che non sa distinguere il grano dal loglio: “Si danno contributi uguali al nostro a iniziative che davvero lasciano il tempo che trovano”.

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