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Il palazzetto Coni di Potenza è un pezzo della storia sportiva non solo cittadina. Non c’è atleta lucano che non abbia un ricordo collegato alla palestra. Non c’è potentino che non abbia visto lì almeno una partita, assistito a un allenamento, atteso figli e amici fuori dagli spogliatoi. Oggi le condizioni della struttura sono preoccupanti. Dopo il reportage del Quotidiano è nata spontanea una mobilitazione fatta di ricordi, archivi aperti, memorie collettive. E voi avete una partita di sempre legata al palazzetto Coni di Potenza? Questa è quella di Antonio. La vostra, mandatecela a redazioneweb@ilquotidianodellabasilicata.it

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Quanti ricordi racchiusi fra le mura della Palestra Coni. Sì “palestra”, tale è stata la denominazione ufficiale dell’impianto sportivo di parco Montereale, che solo negli ultimi anni ha assunto la denominazione di “palazzetto”, lì dentro ci ho trascorso gran parte del mio tempo libero fino a qualche anno fa. L’ho frequentata da spettatore, da tecnico e da dirigente. 

È stato un vero tempio del basket potentino e i ricordi si affollano nella mente fino a diventare incubo ora che c’è il rischio che la palestra Coni possa diventare altro o cadere a pezzi per il degrado e l’incuria.

Il ricordo più vivido è riferito al 23 novembre del 1980 e non è di quelli che si vorrebbero conservare. Quel giorno si doveva svolgere il derby di basket di serie C femminile fra l’Invicta, nelle cui fila militava quella che poi sarebbe diventata mia moglie, e la PPF; partita molto attesa che ebbe un prologo inquietante. Nella notte fra il 22 e il 23 novembre ignoti vandali entrarono nella palestra e mandarono in frantumi uno dei tabelloni di cristallo del canestro posto sul lato destro del campo. 

Io e un gruppo di volenterosi impiegammo la mattinata a sostituire il tabellone ma, non essendocene uno uguale di ricambio, fummo costretti ad adattare un tabellone di legno con un canestro diverso sperando che gli arbitri non avessero da ridire. Si convinsero a far giocare le squadre.

Quel pomeriggio la palestra Coni era piena all’inverosimile e quando alle 19.34 un tremendo boato precedette il tragico terremoto che ha sconvolto la Basilicata e l’Irpinia successe un parapiglia incredibile. Andò via la luce, i vetri tremavano e qualcuno andò in frantumi; si sentivano sinistri scricchiolii, urla; le uscite degli spalti si intasarono e in molti per fuggire furono costretti a saltare sul campo: fra questi anch’io. 

Due lunghissimi minuti di panico, poi tutti nel piazzale antistante da dove sentimmo un boato: era venuto giù un palazzo lì a fianco. Una nuvola di povere, e un silenzio angosciante. 

Passati i primi attimi di terrore cominciammo a contarci, qualcuno più coraggioso degli altri entrò nella palestra a prendere gli abiti delle ragazze negli spogliatoi. La Palestra Coni rimase chiusa per qualche anno per i lavori di ristrutturazione. A quanto pare quei lavori non furono eseguiti a regola d’arte.

 

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