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DA 15.839 euro lordi mensili a 419: è il testa-coda del reddito imponibile in Basilicata.
Da un lato 685 contribuenti (0,18%) con un imponibile superiore a 120mila euro lordi annui (130milioni di imponibile, pari allo 2,30% del totale), dall’altro 165.097 contribuenti che affollano la fascia da zero a 10mila euro (830milioni, 14,65%).
E poi ci sono 2.082 contribuenti che hanno un imponibile pari a zero o negativo.
Certifica il ministero dell’Economia e delle finanze sulla base dei dati delle dichiarazioni dei redditi del 2012.
In pratica il 28,59% dei lucani (contribuenti o meno) sopravvive con 419 euro al mese, molto meno della metà della soglia di povertà assoluta di una famiglia di quattro persone (due adulti tra 18 e 59 anni e due ragazzi da 11 a 17 anni)!
E poco cambia anche nel meno affollato scaglione superiore — da 10 a 15mila euro – dove il reddito imponibile medio mensile è di 1.027 euro, più o meno tra 200 e 250 euro in meno della soglia di povertà assoluta calcolata su una famiglia di quattro persone.
Ciò significa comunque che oltre il 39% dei lucani è al di sotto della soglia assoluta di povertà.
La situazione, con questi numeri, è drammatica e due sono le chiavi di lettura: o la nostra comunità si sta sgretolando sotto i colpi della crisi, oppure – considerato che complessivamente ci sono 121.034 contribuenti, cioè uno su tre, che non versano un solo cent per via delle detrazioni – c’è una significativa fetta di evasione fiscale.
In entrambi i casi c’è un problema: la ripresa economica, se è agganciata ai consumi, considerato che gran parte dei lucani ha un reddito da sopravvivenza, in queste condizioni è difficile da immaginare.
Anche perché la parte dei contribuenti cosiddetta ricca (3.347 contribuenti che guadagnano oltre 75 mila euro, di cui solo 685 con un reddito superiore a 120mila euro) è talmente esigua nel numero e nella ricchezza totale prodotta che non è in grado di poter trainare da sola alcuna ripresa significativa dei consumi.
E, dunque, la Basilicata per crescere deve, ancora una volta, sperare in fattori esogeni. Cioè deve aspettare che riprendano gli investimenti pubblici, arrivino nuovi investimenti privati. Rebus sic stantibus: un libro dei sogni.
Nel 2012 il reddito imponibile in Basilicata è stato di 5,5 miliardi di euro. L’imposta netta pagata è stata di 887 milioni di euro, con una sorta di aliquota virtuale del 16 per cento.
La Basilicata differisce parecchio dall’Italia. La parte della popolazione più debole è preponderante, la classe media – che altrove è il motore civile ed economico delle comunità – è compressa, la parte ricca è quasi inesistente.
Ricchi & poveri
La quota della popolazione ricca è rappresentata da un risicato 0,18% dei contribuenti: 685 persone.
Balvano con 4 contribuenti e un reddito medio dichiarato al fisco di 421mila euro ciascuno è il paese dei Paperoni lucani.
I due capoluoghi hanno il numero maggiore di contribuenti con un reddito superiore a i 120mila euro (Potenza 282, Matera 158) ma il gruzzolo resta in provincia.
In genere più si è lontani dai capoluoghi, maggiore è il tesoro. Anche in comuni inaspettati, come appunto Balvano che – questa singolare classifica – precede di 40 mila euro Pescopagano (sei contribuenti oltre 120mila euro) e di 100mila euro Marsicovetere.
Matera è solo undicesima e Potenza è quindicesima. Nella top10 ci sono altre sorprese come Brienza, Senise e Bella, mentre più logica – se c’è una logica – è la presenza delle “agricole” Montalbano, Lavello e Pisticci.
L’industriale Melfi è 25/a. Latronico chiude la comitiva: ha i contribuenti ricchi più “poveri”, solo 131mila euro in media per i 13 over 120.
Infine, sono 29 i comuni lucani tra i cui residenti c’è un contribuente con un reddito complessivo dichiarato al fisco superiore a 120mila euro.
Girando la clessidra, i poveri più poveri sono censiti a Palazzo San Gervasio: 1.607 contribuenti su 5.018 abitanti (compresi i neonati) non superano quota 10mila euro, ma in media si attestano a 4.345 euro. Cioè per rendere un’idea semplice semplice, 362 euro al mese! Poi c’è Grassano e al terzo posto Viggiano, la capitale dell’oro nero lucano.
E’ assai curioso il quadro di Viggiano: il reddito imponibile di 29 milioni di euro è appena il doppio delle royalties versate da Eni e Shell nel 2012!
Matera ha il più alto numero di contribuenti con reddito negativo: in 306 hanno dichiarato al fisco una perdita di 3,7 milioni di euro. Cioè ogni mese, in media, questi contribuenti hanno “perso” oltre mille euro.Poi c’è il capoluogo con 288 casi per tre milioni e terzo Rionero in Vulture dove risiedono ben 56 contribuenti con un reddito negativo complessivo di 900mila euro.
Ma non in tutti i comuni ci sono contribuenti con reddito negativo: in 36 comuni la casella del database del ministero dell’Economia almeno per i redditi del 2012 è rimasta vuota!
Cosa significa? In pratica si tratta di contribuenti che probabilmente svolgono attività individuali e facendo la differenza tra ricavi e spese e applicando, magari, anche detrazioni fiscali si trovano nella condizione di avere un reddito negativo.
Dipendenti, autonomi e pensionati
Sono 185.137 i redditi da lavoro dipendente per un totale di oltre tre miliardi.
Il maggior numero di lavoratori dipendenti è censito nei due capoluoghi (22.865 Potenza e 21.359 Matera) , ma immediatamente dopo pesa il ruolo delle attività agricoli e industriali. Terza è Policoro, quarta Melfi e quinta Pisticci.
I contribuenti che hanno un reddito da pensioni sono 147.417 per un totale di 1,8 miliardi di euro
Su 131 paesi, in 7o i pensionati sono più dei lavoratori dipendenti. E spesso tra le due categorie, in numeri, c’è un vero abisso. Come a San Fele dove la differenza schizza a quota 443, o Stigliano a 323.
I lavoratori autonomi se la passano un po’ meglio: gli 8.107 contribuenti censiti in questa categoria che 205 milio di reddito hanno in media un guadagano di 2.112 euro al mese.
Ma a Castelmezzano, Ginestra, Cirigliano e Calvera non c’è nessun lavoratore autonomo. Almeno per il fisco.
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