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LAMEZIA TERME – La Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale della Libertà di Catanzaro che aveva disposto la scarcerazione del politico lametino Giampaolo Bevilacqua e dell’avvocato Giuseppe Lucchino (LEGGI LA SCARCERAZIONE), entrambi coinvolti a luglio scorso nell’operazione “Perseo” (LEGGI) quando finirono in carcere 67 persone fra esponenti del clan Giampà, politici, avvocati, imprenditori, periti assicurativi, medici e un agente di polizia penitenziaria. Bevilacqua e Lucchino finirono in carcere su richiesta della Dda di Catanzaro e poi tornati in libertà a settembre scorso su decisione dei giudici del Riesame per mancanza delle esigenze cautelari. 

La Procura antimafia avanzò ricorso in Cassazione contro la scarcerazione del politico e dell’avvocato. Ricorso ora respinto dai giudici ermellini. Il procuratore generale aveva chiesto l’annullamento della scarcerazione del politico e quindi il ripristino immediato della custodia cautelare in carcere. Richiesta respinta dalla Cassazione che ha invece accolto la tesi dell’avvocato Francesco Gambardella, legale di fiducia dell’ex esponente del Pdl, già consigliere provinciale ed ed ex vicepresidente della Sacal (carica da cui era stato revocato dopo l’arresto) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di un episodio di estorsione. 
Di concorso esterno in associazione mafiosa deve rispondere anche l’avvocato Lucchino, chiamato in causa in particolare dai pentiti relativamente al sistema della truffe alle assicurazioni. Per Lucchino, difeso pure dall’avvocato Gambardella, il procuratore generale aveva invece chiesto il rigetto del ripristino della custodia cautelare in carcere avanzato dalla Procura antimafia di Catanzaro. La Cassazione alla fine ha deciso che pure Lucchino resti libero.
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