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CAMIGLIATELLO SILANO (CS) – I lavoratori degli impianti di risalita di Camigliatello Silano, gestiti dall’Arssa, hanno attuato stamani un sit in di protesta. «I lavoratori scendono in piazza per gridare la verità sulle strutture e per riaffermare la loro storia di lotta e di profonda dedizione. Non vogliono che le responsabilità della Giunta regionale e dell’Arsac ricadano sulle loro spalle», ha detto Giovanni Angotti, segretario della Filt Cgil di Cosenza, che questa mattina ha guidato il sit in di protesta organizzato davanti all’impianto di Camigliatello. 

«I cittadini sono scarsamente informati sulle inefficienze e il cattivo funzionamento degli impianti e sul mancato ammodernamento della struttura di Lorica – prosegue Angotti -. Per non parlare poi delle scelte sbagliate su servizi strategici quali il campeggio, i locali ricettivi e le attività connesse. Proprio l’assurda vicenda del blocco dell’impianto di Lorica è stato uno dei tre punti alla base della manifestazione di oggi. I lavoratori e il sindacato – ricorda Angotti – attraverso continue mobilitazioni e proposte, hanno posto il problema con notevole anticipo rispetto alla naturale scadenza tecnica, basti pensare alle diecimila firme raccolte nel 2010. La Filt Cgil di Cosenza denuncia, poi, lo stallo che da più di 14 mesi si registra sulla riforma dell’Arssa in Arsac. 
«Oltre che da decisioni manageriali errate e dai continui cambi di commissari, siamo preoccupati dal fatto che è stato predisposto, da parte dell’Arsac, un atto di indirizzo aziendale, senza un preventivo confronto con i sindacati – aggiunge Angotti -. A questo proposito, insieme al segretario regionale della Filt Cgil Calabria, Nino Costantino, ho chiesto un incontro alla Regione e al direttore dell’Agenzia». Angotti conclude esprimendo un dubbio: «Il nostro timore è che, dietro a tutte queste scelte sbagliate, a questa politica del disimpegno, ci sia un preciso disegno di privatizzazione che la battaglia dei lavoratori ha scongiurato più volte. Importante, in questo senso, è il risultato ottenuto con la legge del 20 dicembre 2012 che ha lasciato la gestione in mano pubblica».
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