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POTENZA – Fumata nera. Il vertice dei partiti del centrosinistra che si è riunito ieri pomeriggio per sciogliere tutti i nodi sul candidato sindaco non ha portato a una scelta definitiva. La riunione è stata aggiornata a giovedì perchè i partiti che si sono seduti intorno al tavolo non riescono a fare sintesi. E spunta, tra Luigi Petrone e Roberto Falotico anche il terzo possibile candidato alle primarie. Il nome è suggestivo. Si tratta del già tre volte sindaco di Potenza, Gaetano Fierro. “Tanino” per i potentini.
Lo stesso Fierro era alla riunione in qualità di commissario di Scelta civica. E “Tanino” ieri lo ha detto proprio: se non si trova una sintesi unitaria lui stesso è in campo per le primarie. Allo stato dell’arte sarebbe il terzo incomodo nella sfida tra il candidato sindaco scelto dal Pd, Luigi Petrone (figlio di Potito) e Roberto Falotico che è spinto da Realtà Italia del consigliere regionale Paolo Galante. La questione è delicata. Il Pd dopo la Direzione cittadina di sabato ha scelto il proprio candidato e non vuole le Primarie. La scelta su Petrone è stata promossa in particolare dal sindaco uscente Vito Santarsiero, dal senatore renziano, Salvatore Margiotta e dal capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, il poRoberto Speranza. I primi 2 in particolare non vogliono sentir parlare di Primarie. E a tal proposito c’è pure un documento approvato all’unanimità dalla stessa Direzione cittadina del Pd.
Ovviamente non si parlerebbe di Pd se le posizioni fossero limpide. Ieri Marcello Pittella ha detto che le Primarie si devono fare. Speranza a margine della Direzione aveva dichiarato di essere contento della scelta di Petrone ma non si era scagliato contro le primarie. A favore delle primarie invece sarebbe un altro pezzo da 90 del pd e cioè il deputato Vincenzo Folino. Ma la Direzione cittadina ha assunto una posizione e ieri il segretario democratico di Potenza, Giampiero Iudicello lo ha detto a gran voce nella riunione con gli alleati. Insomma non si fanno le primarie “solo per accontentare Falotico”. Ma la posizione del Pd ufficiale non trova tutti d’accordo. A sostegno della posizione del Pd sarebbero quelli della Sel e di Centro democratico. Incerta ancora la posizione del Psi. Mentre sono a favore delle primarie, Realtà Italia, Scelta Civica, Idv e i Verdi (che però non sono stati nemmeno invitati al tavolo). Insomma il quadro è scomposto. E la polemica monta.
Sulla vicenda è quindi tornato lo stesso Falotico che in una nota ha scritto: «La scelta del Pd di designare un proprio candidato sindaco di Potenza e di imporlo agli altri partiti come candidato unitario, non mi riguarda, per il semplice fatto che avevo deciso, non da ora, di presentare comunque la mia candidatura a sindaco di questa città». Falotico ha anche aggiunto: «Mi candido alla guida di questa città per 2 motivi fondamentali: il primo è che l’onda di quella cosiddetta “rivoluzione”, partita dalle Regionali, non si può fermare alle soglie del capoluogo, lì dove il potere ha espresso il peggio di sé, in termini di arroganza, di esclusione, di difesa di interessi settoriali, di noncuranza del malessere generalizzato che la città vive. Il secondo è che la rinascita del capoluogo non può partire da una operazione di vertice, ma deve nascere come “parto” di una città che ha deciso di vivere e di ridare vita ai suoi figli, infondendo fiducia, determinazione, impegno, passione».
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