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ROMA, 22 MAR – Resta confermato lo scioglimento del
Consiglio comunale di Sant’Ilario dello Jonio, centro della
locride nella provincia reggina. Lo ha deciso la I sezione del
Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso con il quale l’ex
sindaco e gli ex componenti di Giunta e Consiglio comunale
contestavano il decreto con il quale il Presidente della
Repubblica il 15 febbraio 2012 affidò a una Commissione
straordinaria la gestione dell’Ente.
Sulla base di una relazione del Ministro dell’Interno, si
ritennero sussistenti forme d’ingerenza della criminalità
organizzata sugli organi elettivi rinnovati nelle consultazioni
amministrative del 27 e 28 maggio 2007.
I ricorrenti, ritenendo illegittimo il decreto di
scioglimento per la totale insussistenza delle gravi anomalie
gestorie segnalate, si sono rivolti al Tar del Lazio,
chiedendone l’annullamento. I giudici amministrativi, adesso,
hanno ritenuto che «non può dubitarsi – si legge nella sentenza
– della sussistenza degli elementi dimostrativi delle pressioni
esercitate dalla criminalità locale sugli organi elettivi
comunali e della conseguente grave condizione di disfunzionalità
dell’Ente territoriale». L’attività amministrativa sarebbe stata
poi «priva dei connotati basilari espressivi del buon andamento
e dell’imparzialità», nonché «assolutamente inadeguata a
garantire gli interessi della collettività e ad assicurare il
funzionamento dell’Ente e la sicurezza pubblica». In
conclusione, per il Tar la proposta ministeriale di scioglimento
del Comune di Sant’Ilario dello Jonio indicherebbe situazioni
tali che permettono «di ricavare un vivido quadro dell’influenza
esercitata dalla criminalità organizzata locale sugli organi
elettivi della disciolta amministrazione comunale».

RESTA confermato lo scioglimento del Consiglio comunale di Sant’Ilario dello Ionio, centro della Locride nella provincia reggina. Lo ha deciso la I sezione del Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso con il quale l’ex sindaco e gli ex componenti di Giunta e Consiglio comunale contestavano il decreto con il quale il Presidente della Repubblica il 15 febbraio 2012 affidò a una Commissione straordinaria la gestione dell’Ente.

Sulla base di una relazione del Ministro dell’Interno, si ritennero sussistenti forme d’ingerenza della criminalità organizzata sugli organi elettivi rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007. I ricorrenti, ritenendo illegittimo il decreto discioglimento per la totale insussistenza delle gravi anomalie gestorie segnalate, si sono rivolti al Tar del Lazio, chiedendone l’annullamento. I giudici amministrativi, adesso, hanno ritenuto che «non può dubitarsi – si legge nella sentenza- della sussistenza degli elementi dimostrativi delle pressioni esercitate dalla criminalità locale sugli organi elettivi comunali e della conseguente grave condizione di disfunzionalità dell’Ente territoriale». 

L’attività amministrativa sarebbe stata poi «priva dei connotati basilari espressivi del buon andamento e dell’imparzialità», nonché «assolutamente inadeguata a garantire gli interessi della collettività e ad assicurare il funzionamento dell’Ente e la sicurezza pubblica». In conclusione, per il Tar la proposta ministeriale di scioglimento del Comune di Sant’Ilario dello Ionio indicherebbe situazioni tali che permettono «di ricavare un vivido quadro dell’influenza esercitata dalla criminalità organizzata locale sugli organi elettivi della disciolta amministrazione comunale».

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