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POTENZA – «Da questo “nuovo” Governo sarebbe stato lecito attendersi risposte puntuali che entrassero nel merito della questione non generiche ed assolutamente deludenti».

È il primo, freddo, commento della deputata Mirella Liuzzi alle risposte ricevute sull’interrogazione presentata in merito alla questione trasporti ferroviari in Basilicata. E non ha tutti i torti, perché è una risposta che si limita soltanto a dire che se c’è una ragione nella cronica mancanza di mezzi e di infrastrutture è colpa della Regione che ha stipulato il contratto di servizio. Le ragioni, quindi non andrebbero cercate da nessuna altra parte se non nelle responsabilità della Regione. E poi questa non è una bugia, anzi: ad oggi la Regione è in debito con Rfi per almeno tre milioni di euro, ed è stata la stessa Rete ad informare la stampa di questa “mancanza” pochi mesi fa in occasione della soppressione di due treni in direzione Salerno. In quel caso la scelta fu dettata dal fatto che in Basilicata sono davvero pochi i passeggeri, così pochi che non giustificano alcune tratte. Cosa, peraltro, smentita dal rapporto “Pendolaria” di Legambiente, che ha invece registrato un aumento di passeggeri del del 17% anche se «Le risorse statali per il trasporto regionale – dice Liuzzi – si sono progressivamente ridotte fino al 25%». Quindi il problema resta. 

Dunque l’interrogazione della Liuzzi verteva, sì, sulla Potenza-Foggia, guardando allo stato generale del trasporto su ferro in Basilicata ma anche sulla tratta Nova Siri-Potenza. E l’invito la Liuzzi lo fa direttamente a Marcello Pittella e all’ex assessore Luca Braia. «Che fine hanno fatto – dice la Liuzzi – i 200 milioni annunciati da Braia per l’ammodernamento della tratta con l’elettrificazione?». Sì perché il progetto ci sarebbe, ovvero quello di trasformare la Potenza-Foggia in una linea elettrica con due binari, ma ancora non si vede nulla di tutto questo.

«La situazione del trasporto pendolare su ferro in Basilicata – continua la Liuzzi –  è aggravata da alcuni importanti fattori, sui quali il M5S si sta battendo da tempo: il primo è certamente l’attenzione verso investimenti sempre più imponenti e sempre più esclusivi sull’Alta Velocità, il secondo investimenti sempre più massicci sul traffico su gomma, che tra l’altro ha alti costi in termini di inquinamento, sostenibilità ambientale e manutenzione del manto stradale.

La realtà dei fatti è che la Regione Basilicata, in decenni di vacche grasse, ha scelto di investire più sul trasporto su gomma, finanziando con soldi pubblici l’inadeguata rete privata di autolinee, due pseudo porti marittimi fittizi e inesistenti e aree industriali fallimentari. Il Governo di questa Regione ha collezionato solo insuccessi con scelte di investimento molto discutibili per usare un eufemismo, lasciando di fatto il territorio e le strutture pubbliche di trasporto, comprese le ferroviarie, allo stato del medioevo. Esistono già cittadini di serie A, che sfruttano l’Alta Velocità e cittadini di serie B che invece hanno soltanto vecchi tratte ferroviarie.

I cittadini lucani invece appaiono di serie C, poiché non solo non hanno alcun collegamento veloce, ma vedono ridursi sempre più le tratte ferroviari base, mentre il proprio Governatore appoggia battaglie e cause di altre Regioni, non risolvendo i problemi in casa propria».

LA RISPOSTA – Dunque il ministero dei Trasporti in un primo momento parla della «problematica del trasporto pubblico locale come priorità del Governo» ma fa notare che «a normativa vigente la programmazione e la gestione dei servizi ferroviari regionali, che assicurano principalmente la mobilità della clientela pendolare, sono di competenza delle singole Regioni. Pertanto il numero dei treni regionali e dei servizi gommati sostitutivi – che assicurano il collegamento lungo la direttrice Sibari – Metaponto – Potenza – nonché l’articolazione dei rispettivi orari di arrivo/partenza, sono stabiliti dalle Regioni Calabria e Basilicata».

Ma la risposta va oltre per quanto riguarda la tratta Nova Siri – Rotondella. In questo caso «È già stato risposto l’anticipo di tre minuti della partenza da Sibari del servizio sostitutivo gommato che attualmente parte alle 5 anziché alle 5:03, con arrivo a Metaponto alle 3:30 anziché alle 6:33».

E poi c’è la questione puramente “economica”: «Di recente – si legge nella risposta del Mit – la materia del trasporto pubblico locale è stata interessata da un percorso normativo finalizzato all’efficentamento e alla razionalizzazione. In particolare l’istituzione del fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle Regioni a statuto ordinario. Tale norma ha lo scopo di incentivare le Regioni a riprogrammare i servizi, tra l’altro individuando e riducendo quelli scarsamente utili e sovrapposti, o prodotti con modalità eccessivamente onerosa».

In pratica il Mit sta dicendo che rimetterà mano sulla cosa, dando la possibilità alle Regioni di sentirsi più coperte in termini di fondi, ma la politica sembra essere sempre la stessa: taglio dei costi, ovvero la stessa minestra di sempre.

v. p.

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