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Nella mia relazione proverò a tenere insieme: il contesto entro cui abbiamo collocato e collocheremo la nostra azione; e un bilancio di quanto fatto. Di quello che abbiamo fatto bene, fatto male o non siamo riusciti a fare. Questo non per darci i voti, ma per migliorarci, partendo dal fatto che io per primo, insieme alla Segreteria Regionale, ne porto la responsabilità. (…)

Oltre 29 mila iscritti sono stati coinvolti nelle 478 assemblee fatte, con oltre il 99% dei consensi al documento “Il lavoro decide il futuro” e con oltre 18 mila iscritti che si sono espressi positivamente sul Testo Unico, con diversi emendamenti aggiuntivi o sostitutivi giunti dal basso. (…)

Per quanto riguarda l’Europa abbiamo presentato una nostra proposta su un fondo di redenzione dei debiti pubblici europei. Pensiamo che l’Euro debba diventare una moneta compiuta trasformando la Bce in una vera e propria banca di ultima istanza. Riteniamo che l’Europa debba sostituire l’attuale politica deflazionistica. Crediamo, infine, che si debba tornare ad una separazione tra banche commerciali e banche d’affari. (…) In Italia sono necessarie politiche anticicliche che siano necessariamente coerenti con l’idea di una diversa struttura economica. Si tratta di aumentare la domanda e cambiare l’offerta contemporaneamente. Noi abbiamo chiesto da tempo (anche con diverse mobilitazioni e scioperi) una restituzione fiscale per i redditi fissi. Il segnale giunto dal Governo Renzi è positivo e va nella direzione giusta, e la reputiamo anche una nostra vittoria che ri da un primato alla scelta politica rispetto a quella “ragionieristica” e invitiamo il Governo a continuare, in vista del semestre europeo, la comune battaglia con i francesi per modificare il Fiscal Compact e togliere dalla clausola del 3% i grandi investimenti in infrastrutture, ricerca, conoscenza. Ora serve però una politica di sostegno agli investimenti industriali, alle spese in conto capitale e alla ricerca. Il Piano del Lavoro è questo: una grande politica dell’innovazione (verso l’economia digitale) e un “new deal” dei beni comuni. Per beni comuni intendiamo i beni sociali (in particolar modo politiche per l’infanzia, contro l’emarginazione e per la non autosufficienza), i beni culturali, i beni ambientali. Cercando di allargare, all’interno dell’economia generale e per la sua crescita sostenibile, un’economia dei valori d’uso basata su lavori che rispondano a bisogni sociali insoddisfatti. (…) Anche per questo dobbiamo ampliare le capacita’ di spesa dei cittadini e le nuove domande di beni sociali. (…) Al Sud più urgenti sono le scelte da fare in termini di concentrazione e selezione delle priorità, che vuol dire alcuni settori; maggiore e più incisivo intervento pubblico nella creazione diretta ed indiretta di lavoro nel Welfare, nelle infrastrutture, nella valorizzazione dell’ambiente e di un nuovo manifatturiero; maggiore redistribuzione delle risorse, con leve fiscali nazionali e locali, maggiore lotta all’elusione, evasione, illegalità; lotta agli sprechi, riforma della macchina amministrativa, prosciugamento di ogni “pozza” di clientelismo che, per dirla con Barca, è la strategia di parte delle classi dirigenti meridionali per non liberare la società da un assistenzialismo voluto prima di tutto dai detentori delle cariche politiche. Dentro questa cornice abbiamo del resto come Cgil Basilicata operato in questi anni e secondo queste  parole d’ordine. (…) I direttivi unitari del 29 Aprile e il 1 Maggio a Corleto sono lì a sancire questa nuova fase in cui, come Segreteria Regionale, crediamo molto, perché certi dell’attualità della grande lezione di Di Vittorio: solo uniti si vince. (…) Su questo, avendo visto la campagna elettorale e letto poi le dichiarazioni programmatiche del Presidente Pittella, possiamo dire che un primo obiettivo lo abbiamo centrato, almeno sulla carta: la Cgil ed il sindacato sono in campo, sono riconosciuti interlocutori e la Cgil è diventata punto di riferimento per molti, oltre gli iscritti ed i simpatizzanti, tanto da permetterci, pur nel “vuoto” e nella “palude” che ha condizionato i mesi da settembre a dicembre, di continuare a svolgere la nostra funzione e di portare a casa diversi risultati: come i nuovi bandi Fse, il rifinanziamento dell’apprendistato, la proroga dei Copes e degli ammortizzatori, le nuove norme sui tirocini, lo scorrimento dei bandi per la reindustrializzazione.

(…) Abbiamo provato e stiamo provando a contrastare non solo e tanto il decreto in se sulla modifica dell’articolo 16 del “memorandum”, ma la debolezza politica della Basilicata ai tavoli romani, perchè il Governo ha approfittato del vuoto politico che c’era per “colpire alle spalle” la Basilicata. (…) Una debolezza che sconteremo(…).  Soprattutto se andrà avanti la riforma del  Titolo V.

Dobbiamo costruire prima ed imporre poi al Presidente Renzi e al Ministro Guidi le ragioni di un vero “grande scambio” ovvero: 1) avere il via libera a mettere tutte insieme le risorse del petrolio per 3-4 grandi progetti infrastrutturali, sulla messa in sicurezza del territorio, sulla generalizzazione di un reddito minimo di inserimento; 2) obbligare Governo, Eni, Total a portare in Basilicata una nuova Sata, nel farmaceutico, nei nuovi materiali, nei bio carburanti. 5-6 mila posti di lavoro di qualità intorno cui dare un futuro alla Val Basento e ad aree più depresse, come il Senisese. una visione: usare le risorse del petrolio, per costruire una basilicata futura, decarbonizzata, “fuori dal petrolio”, terra di accoglienza e di poche ma reali eccellenze. (…) Il banco di prova con Pittella sarà nelle prossime settimane, a partire dalla Finanziaria regionale che non potrà che essere una finanziaria delle emergenze. Il Governo Pittella e la maggioranza che lo sostiene sceglieranno realmente la strada della concertazione? Cioè saranno disposti a sacrificare un po’ di tempo (nei limiti del possibile e del giusto) a favore di un consenso reale, non di facciata, non a spot?

(…) La Cgil sceglie oggi di fare un’apertura al Presidente Pittella. Un’apertura condizionata al merito, per questo vera. Perchè il merito viene prima di ogni cosa, la tutela dei nostri disoccupati, precari, lavoratori, pensionati prima di tutto. Allo stesso modo diciamo al Presidente Pittella, agli amici tutti: non ci sono cambiali in bianco. Mettiamo tutto sul tavolo, a partire dalle risorse regionali, nazionali e da quelle della riprogrammazione 2014-2020, evitiamo condizionamenti impropri di questo o quel dirigente, diciamoci ora da che parte stiamo. Serve un prelievo di solidarietà da chi sta meglio e guadagna bene, per finanziare oggi l’emergenza, contribuire a strumenti universali di lotta all’esclusione domani. Allora noi diciamo al Presidente Pittella, vai avanti, sull’aumento dell’irpef regionale sopra i 65 mila e sopra i 75 mila euro, anzi non rinunciare ad aumentare, come hanno fatto tutte le principali regioni, del nord e del sud, il bollo auto sulle macchine di lusso.(…) Vai avanti e fai 2 cose: finalizza le risorse ad interventi strutturali per l’inclusione e accompagna il tutto con una normativa anti elusione, stringente che valorizzi la compartecipazione dei comuni, sul modello della Toscana. Perchè il primo vero atto di giustizia è colpire chi evade il fisco, chi non partecipa al patto di cittadinanza; in una Regione dove la disuguaglianza è cresciuta e dove il 7% dei lucani è diventata addirittura più ricco nella crisi. (…) Oggi dobbiamo sfidare noi le aziende a fare le Rsu in ogni posto di lavoro, sfidare Cisl e Uil sul terreno della costruzione delle migliori piattaforme e riscoprire il valore del voto e dell’iscrizione perchè oggi, in quella scelta, il lavoratore esercita un potere e una responsabilità che prima non aveva. Soprattutto il nuovo sistema di relazioni industriali ci potrebbe mette in condizione di aprire altri terreni veri: i lavoratori precari come partecipano alle scelte sindacali e alla vita dell’azienda? Quanto siamo in grado di utilizzare la contrattazione aziendale per redistribuire, con una nuova organizzazione del lavoro, l’occupazione che c’è? E siamo pronti a delegare questo potere alle Rsu, le stiamo valorizzando il giusto, stiamo decidendo di spostare risorse verso i luoghi di lavoro? Questi i temi veri su cui dovremo discutere: senza fare terrorismo. Senza dire che i lavoratori che sciopereranno saranno sanzionati e senza dire che non si potrà più scioperare.

O ancora che le eventuali sanzioni, se ci saranno nei Ccnl, colpiranno i delegati, perchè le sanzioni potranno al massimo essere sulle agibilità aggiuntive (non su quelle legge 300/70) o sulle quote sindacali, cioè al massimo ne risponderanno le organizzazioni, così come risponderanno le aziende (in termini pecuniari) se saranno loro a non rispettare gli accordi. Poi vogliamo dirci che c’è una ferita aperta che riguarda il rapporto tra la nostra Fiom e le altre sigle sindacali? Che in Fiat il clima è irrespirabile e che c’è un tema di reale agibilità dei nostri compagni negli stabilimenti? Certo che c’è questa questione. Ed è pesante e interroga tutti noi, non se abbiamo fatto male o bene, ma su cosa fare ora. Così come abbiamo ancora dei limiti, relativamente al nostro sistema dei servizi e del patronato. Ora intendiamoci: i servizi offerti dal Sistema Cgil in Basilicata, sono – guardando i dati, le cause, i numeri – a livello altissimo, per professionalità e serietà degli operatori. Sindacalisti della tutela individuale, come mi piace chiamarli, che – lo dico a qualche estremista renziano – colmano i vuoti di un pubblico che non funziona. Soprattutto c’è un terreno da recuperare: il rapporto con le categorie. Mi riferisco ai nostri “media” e alle nostre capacità di comunicare più in generale. Dove siamo in forte ritardo è nella creazione di una banca dati unica. Si può ragionare di uno spazio comune su tutti i diversi fogli, curati da Ufficio Stampa Cgil Basilicata, dove per esempio pubblicizzare eventi o servizi? E possibile studiare un progetto dove, mettendo insieme più categorie, si possa pensare ad un foglio comune? Quindi, per passare ai nostri delegati, è possibile costruire una mailing list generale di tutti i delegati, Rsu/Rsa a cui mandare “lavori in corso” e soprattutto i vari volantini Caaf, Inca, Uvl, Sportello Rosa, iniziative di Federconsumatori e Auser, ecc.? Questo anche per sgravare le categorie da comunicazioni massive, oltre le specificità legate alle attività contrattuali e vertenziali proprie?

Su questo compagni possiamo e dobbiamo lavorare, sapendo che la fatica grande è all’inizio. Ovviamente a fronte di questi, ed altri limiti organizzativi possiamo annoverare anche positivi risultati. Abbiamo finalmente reso operativi i nostri ispettori confederali. Abbiamo approvato il nuovo regolamento amministrativo e soprattutto stiamo mettendo in sicurezza i conti della nostra organizzazione. Un’organizzazione che vive tutta sul contributo dei propri iscritti, vero e proprio baluardo della nostra autonomia politica da imprese e Governi. Una messa in sicurezza che non è finita ma che mi fa dire oggi che siamo a buon punto.

Con questo stesso spirito dobbiamo affrontare le prossime campagne 730 e del tesseramento e con questo spirito dobbiamo continuare a valorizzare i nostri Uvl a Potenza e Matera, il lavoro impagabile di Sergio, Filomena, Maurizio, lo sportello rosa. (…) Non dobbiamo farci chiudere nel recinto in cui ci vogliono gli altri, non dobbiamo farci dipingere come i conservatori.

* Segretario Generale Cgil Basilicata

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