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POTENZA – Due milioni di euro di risarcimenti totali e 28 sentenze raccolte in tutto il 2013. È questo un primo, sommario, bilancio dell’azione della Corte dei Conti nell’anno appena trascorso e “presentate” durante la tradizionale apertura dell’anno giudiziario. Due relazioni “forti” quelle del presidente della Sezione, Maurizio Tocca e del procuratore regionale Michele Oricchio. Testi che raccontano di una Basilicata «malata», così come il resto dell’Italia. Quella nazione che dopo gli scandali sui rimborsi regionali «si è ritrovata – ha detto Oricchio – con oltre 570 consiglieri indagati». È indubbio che lo scandalo rimborsopoli abbia lasciato il segno in questa regione, «ma noi, come giudici della Corte – dice Oricchio – lo avevamo previsto molto tempo prima». E la Basilicata ritratta davanti le massime autorità, anche se per la Regione era presente il capo di gabinetto Raffaele Rinaldi e Piero Lacorazza, è una regione dove «gli sprechi ci sono, e il sistema delle Regioni è gravemente malato, e finora le stesse Regioni hanno agito da vere e proprie piccole Repubbliche».
Un «familismo amorale» che avvelena con un «atteggiamento tendente a moltiplicare autorità e garanti spalmando su di essi pompose e/o effimere funzioni di controllo spesso prive però di qualsiasi garanzia di indipendenza ed effettività». Il procuratore regionale è chiaro, auspica un superamento delle stesse Regione, a partire dalla riforma del titolo V della Costituzione. E proprio da lì, da quel legame troppo stresso tra le «funzioni pubbliche svolte dal livello di governo territorialmente più vicino non sembra sia stato valutato adeguatamente il pericolo di crescenti conflitti di interesse fra chi amministra e chi deve essere amministrato». Diciamo che la linea di Oricchio è chiara, «c’è bisogno di una controriforma» che porti «all’opportunità e razionalità di eliminare Regioni e Province e dar luogo ad un sistema di Dipartimenti o Macro-Provincie». Ma la ragione di questa posizione? Sta nella stessa azione amministrativa «che finisce per essere eccessivamente condizionata dalla politica». L’analisi sulla Basilicata di Oricchio è quella di una regione svuotata, dove lo stesso potere degli elettori è stato «svuotato gli elettori di veri poteri decisionali, anche a seguito dell’adozione dei più svariati meccanismi elettorali». Ne consegue, quindi un «meccanismo complicato e costoso che macina inutilmente risorse ad ogni livello di governo e che talvolta indulge a forme eccessive di assemblearismo, talaltro consente nuovi “autoritarismi”, spesso crea artificiose contrapposizioni difficili da mediare». E la regione di costosi organi consultivi ne ha parecchi: dal Corecom all’associazione ex consiglieri Oricchio li elenca tutti, senza dimenticare Arbea, Alsia, Ater e Consorzi di Bonifica e gli enti parco. «Verrebbe da pensare – dice Oricchio – che con tutti questi enti ed amministratori la cura dell’interesse pubblico e la prosperità del territorio siano assicurate: ma ciò non sempre accade, come testimonia l’attività della Corte stessa». Perché è inutile nasconderlo, in questo «familismo amorale», questo «policentrismo anarchico» una spending review è necessaria, anche perché in Basilicata le pubbliche amministrazioni «presentano costi palesi od occulti sproporzionati rispetto ai servizi che offrono, contribuendo a creare forme di cattiva gestione dei beni che costituiscono l’humus privilegiato di coltura di quella logica corruttiva».
Il “ceffone” arriva quando si torna a parlare di rimborsopoli, «iniziativa istruttoria tra le più qualificanti», al quale la politica ha reagito «istituendo un rimborso forfettario di 4mila 500 euro». Oricchio chiude con una serie di citazioni cinematrografiche a partire da un Sud che ha smesso «di produrre ricchezza individuale». Il paragone arriva subito tra la grande bellezza di Fellini e quella di Sorrentino: «un esempio di ciò che eravamo e ciò che siamo diventati». Dallo slancio post conflitto alla decadenza di oggi dove, continua Oricchio «al vertice troviamo borghesi piccoli piccoli» per dirla alla Monicelli.
v.panettieri@luedi.it
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