3 minuti per la lettura
POTENZA – A differenza di quanto dicono i dati ministeriali e il sopralluogo stesso di Marco Pannella, che l’estate scorsa ha visitato gli istituti lucani, le carceri della Basilicata non sono un luogo confortante, anzi, all’interno di quelle mura si nascondono storie drammatiche, di isolamento e sofferenza che non riguardano solo i detenuti, ma anche il personale che lavora al suo interno. A rivelarne una parte ieri è stato il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, il Sappe, che si è riunito a congresso a Tito con un convegno destinato proprio al sovraffollamento delle carceri. Ed è bene partire da questo punto. Le case circondariali lucane non sono sovraffollate, ma hanno una cronica carenza di personale. Si parla di 70 unità presenti a fronte di un organico previsto di 447 persone con un numero di detenuti superiore a 500 su una capienza di 440 unità. I numeri sull’affollamento non sono così drammatici ma non a caso il taglio del segretario generale, Donato Capece, dato all’incontro parte dal presupposto che negli istituti penitenziari lucani «sono sempre più luogo dell’assenza. Assenza di taluni diritti, di prospettive, di senso. Uomini e donne ammassati in luoghi sempre più stretti ed angusti, a fronte di una capienza complessiva delle carceri italiane di circa 38mila posti ce ne sono attualmente circa 63mila, gli stanziamenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria quasi del tutto assenti».
UN BILANCIO DEL 2013 – I numeri sono drammatici perché in tutto il 2013 si sono verificati tra Potenza, Melfi e Matera 28 episodi di autolesionismo e un tentato suicidio sventato dagli operatori della Polizia Penitenziaria. E non solo: la situazione all’interno è piuttosto calda, con situazioni di violenza preoccupante. Nel corso dell’anno sono state registrate 18 colluttazioni e 14 ferimenti. C’è anche un’evasione per un mancato rientro da permesso premio, 29 scioperi della fame per protesta sulle condizioni di detenzione, 21 rifiuti di vitto e terapie mediche e 9 danneggiamenti per un totale di 470 detenuti distribuiti in tutto il territorio. Insomma, gli uomini del sindacato non nascondono una situazione quasi “esplosiva” e difficile da tenere sotto controllo. Solo nel carcere di Potenza sono stati registrati lungo tutto il 2013 18 atti di autolesionismo che vanno dai tagli diffusi all’ingestione di chiodi, pile, lamette e altri corpi estranei. Altri 9 sono stati segnalati a Matera e uno soltanto a Melfi dove un detenuto non è ritornato dal suo permesso premio. Diciamo che il Sappe ha una sua proposta, ovvero il «ripensamento della pena, favorendo maggiormente il lavoro obbligatorio in carcere, il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e l’espulsione dei detenuti stranieri». Ma è chiaro che la Basilicata, in termini carcerari, non è quell’isola felice all’interno di un regime che ha bisogno di una riforma radicale e senza tentennamenti. Questo perché le cifre del Sappe restituiscono uno scenario a tinte fosche dove regna disuguaglianza e soprattutto isolamento.
ELETTO IL SEGRETARIO – A margine dell’incontro è stato eletto il nuovo segretario regionale del sindacato autonomo. Ed è stato riconfermato all’unanimità Saverio Brienza, sostituto commissario della Polizia Penitenziaria, coordinatore del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti della Casa Circondariale di Potenza. Al suo fianco ci saranno due vice segretari: l’ispettore capo Eustacchio Paolicelli che è in servizio al carcere di Matera e l’assistente capo Mauro Autobello, di stanza a Melfi.
v.panettieri@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA