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POTENZA – La notizia del dietro front della Regione rispetto agli impegni assunti è arrivata giovedì pomeriggio. E loro, gli 84 precari del Po Fesr, non hanno perso tempo: ieri mattina si sono ritrovati davanti al Palazzo di viale Verrastro per protestare contro il mancato rinnovo degli incarichi da assistenti tecnici. “Finta rivoluzione, vera disoccupazione”: recitava così lo striscione davanti alla sede della Giunta, con chiaro riferimento allo slogan elettorale del presidente Pittella. Ai cronisti presenti, il precari del Po Fesr, hanno spiegato così la situazione che si è venuta a creare: «Dopo più di dieci anni di attività prestate presso vari dipartimenti, per lo più di certificazione e monitoraggio dei finanziamenti comunitari, hanno deciso di metterci alla porta». Allo scadere dei contratti, rinnovati di altri due mesi, la Regione li ha mandati a casa, scegliendo la via del concorso pubblico per selezionare i nuovi tecnici. Ma il primo bando era stato annullato per irregolarità nello svolgimento delle prove. I tempi si sono inevitabilmente allungati e nel frattempo era stato assicurato loro che, fino alla selezione, i contratti sarebbero stati prorogati ancora per consentire il prosieguo delle attività. Il completo espletamento delle procedure  concorsuali inevitabilmente richiederà più di qualche mese. A fatica gli 84 precari avevano digerito la decisione di procedere attraverso nuova selezione pubblica. Ma la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata proprio giovedì, quando la Regione ha comunicato alle sigle sindacali di categoria che non si procederà a un nuovo rinnovo. «In pratica ci hanno tagliato le gambe», protestava ieri la delegazione dei precari in protesta a viale Verrastro. «Abbiamo investito tutto su questo lavoro. Ci occupiamo di fondi europei per la pubblica amministrazione ormai da anni. Abbiamo fatto master di specializzazione ad hoc. Ora ci mandano a casa. Molti di noi proveranno il concorso, sperando di superarlo. Ma prima che avvengano le selezioni di cosa vivremo noi e le nostre famiglie?».

Tutti schierati a difesa del proprio lavoro ma anche della propria dignità: «Siamo stanchi di essere attaccati. Non siamo raccomandati. La maggior parte di noi ha ottenuto questo lavoro attraverso specifiche selezioni. Abbiamo titoli di studio idonei alle attività da svolgere all’interno dei dipartimenti. Anche noi abbiamo diritto a un lavoro». E poi c’è un’altra questione: «Ci chiediamo come la Giunta intenda procedere per continuare a garantire l’assistenza tecnica prima che venga espletato il concorso. A rischio potrebbero essere i finanziamenti europei». 

«Fino a ora – continuano a spiegare – gli unici a difenderci sono stati i sindacalisti». E infatti i rappresentanti della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil ieri mattina hanno accompagnato la protesta dei precari.  Una nota unitaria accusa: «Ancora una volta, dopo tante parole e, soprattutto, dopo impegni formali assunti anche con la DGR n. 96 del 30 gennaio scorso, la Regione decide di fare “indietro tutta” scegliendo di lasciare per strada questi lavoratori e scegliendo di lasciare scoperte le attività di assistenza tecnica con grave pregiudizio delle stesse».

Per le organizzazioni sindacali il rinnovo dei contratti, fino all’espletamento dell’avviso pubblico, è imprescindibile. Auspicano pure “la massima trasparenza” nello svolgimento delle selezioni.  E ribadiscono la posizione: «L’avviso pubblico, che prevede il superamento del contratto di collaborazione a favore del contratto a tempo determinato, rappresenta un grande segnale di discontinuità nella gestione del precariato, ma è inaccettabile che la Regione possa decidere, con il mancato rinnovo, di scaricare sui lavoratori le conseguenze di una inadeguata gestione di tutta questa partita né, tantomeno, possiamo giustificare, in nessun modo e per nessuna ragione, che ci si nasconda dietro motivazioni che nulla hanno a che vedere con la necessità e l’urgenza di garantire la prosecuzione delle attività e scongiurare il rischio di una eventuale perdita di fondi comunitari». E annunciano: il presidio dei precari dell’assistenza tecnica del Po Fesr sarà permanente, fino all’ottenimento del rinnovo.

m.labanca@luedi.it

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