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IL conferimento di rifiuti in discarica a Potenza è passato dalle 23.500 tonnellate del 2010 alle 21.700 del 2012. La raccolta differenziata è passata dal 22 per cento al 24 nello stesso periodo. Ancora troppo poco però per una città capoluogo di regione, che vuole essere il centro di un bacino ampio che gestisce in modo comprensoriale il settore. In generale ancora sotto lo stadard richiesto dall’Europa e dalla normativa italiana (che prevedeva una differenziata al 65 per cento entro il 2012).
Da tempo il settore rifiuti vive a Potenza una stagione complicata. Impianti vecchi, difficoltà di gestione, risorse insufficienti e scelte politiche ne hanno fatto una delle criticità strutturali del capoluogo. In un contesto, quello regionale, dove i rifiuti sono stati per anni un’emergenza continua, con impianti privati a determinare in regime di monopolio il conferimento da parte delle amministrazione pubbliche, bloccate su scelte di orari, quantità, prezzi.
È sicuramente uno dei temi che terrà banco anche nella ormai imminente campagna elettorale. La prossima amministrazione si troverà a raccogliere un percorso avviato sulla raccolta differenziata che – almeno nelle intenzioni – dovrebbe far incamminare la città verso risultati migliori.
La nuova gestione Acta – con una direzione interna e tecnica – ha terminato la ricognizione su bilancio e necessità dell’ex municipalizzata, oggi una spa a totale capitale comunale. Il direttore Silvio Ascoli alcune settimane fa ha presentato il piano industriale dell’Acta (che ha in carico la gestione della raccolta a Potenza) al consiglio comunale, che ha poi approvato il documento. In quel testo sono riassunti i dati di partenza e gli obiettivi che l’Acta si è data. Non è solo – spiegano da Palazzo di città – questione di economia immediata, in tempi di necessaria spending review e ottimizzazione della gestione dei conti. È un tema di efficienza, di crescita e sviluppo. Perché l’idea è quella di rendere l’Acta competitiva e farne una struttura capace di concorrere alla gestione del settore (smaltimento, raccolta, selezione) a livello comprensoriale. Questo il progetto generale fin da quando l’Acta è stata trasformata, tra polemiche e qualche resistenza nella stessa maggioranza, una società per azioni.
La città di Potenza conferisce i rifiuti nella piattaforma privata di Tito Scalo, in zona Aia dei Monaci, almeno fino al 31 ottobre 2014 secondo l’ordinanza che individua i flussi dei rifiuti.
Ma da qualche tempo l’amministrazione sta lavorando per dotarsi di una struttura propria capace di accogliere i rifiuti di Potenza e dintorni, prima dello smistamento nelle varie discariche regionali. La scelta è ricaduta sull’ex inceneritore, spento ormai da anni, che entro fine anno, dopo alcuni lavori, dovrebbe “trasformarsi” in stazione di trasferenza.
L’idea di riportare al pubblico un pezzo importante della gestione del settore non è nuova e, almeno finora, ha incontrato – dopo il lungo periodo di emergenza e dopo l’aumento della spesa – il favore di uno schieramento piuttosto ampio. Ma il processo dovrà essere completato nel passaggio alla nuova amministrazione: tempistica, spesa, scelte finiranno sulla scrivania del nuovo governo cittadino.
Nel frattempo, dall’Acta continuano ad attivare il piano industriale presentato. Uno dei punti fondamentali del piano è la nuova differenziata.
Il Comune di Potenza ha stilato con il Conai il progetto per la raccolta differenziata spinta, che dovrebbe partire dalla sperimentazione del porta a porta. Sono circa 6.000 le tonnellate di materiale riciclabile raccolte nel capoluogo ogni anno.
Dopo varie rimodulazioni e una complicata fase di coordinamento con i Comuni dell’hinterland, il progetto potentino è stato approvato. Manca – spiegano dal Comune – solo l’ufficializzazione della delibera regionale per il via libera ai 5 milioni e 300.000 euro destinati al progetto. Fondi che serviranno per attrezzare il ciclo di raccolta e smaltimento, ma anche per ammodernare il parco mezzi, comprare attrezzature speciali. E avviare – si spera – il tanto atteso cambiamento in un settore troppo spesso gestito sotto emergenza.
s.lorusso@luedi.it
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