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REGGIO CALABRIA – Costretti a restituire la gestione del bar di cui non pagavano il canone, lo incendiarono qualche giorno prima che il proprietario ne rientrasse in possesso. Con l’accusa di tentata estorsione in concorso, e intestazione fittizia di beni, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, ha arrestato 4 persone, in esecuzione di ordinanza emessa dal Gip.
I 4 arrestati sono: Giovanni Ficara, alias “lo scagliolista”, 63enne nato a Reggio Calabria; Maria Ficara, 41enne nata a Venaria Reale (TO); Domenico Ecelestino, reggino di 41 anni; Arcangelo Mirisciotti, 30enne reggino. Quest’ultimo è accusato del solo reato di intestazione fittizia di beni ed è stato posto ai domiciliari, gli altri tre sono stati condotti in carcere.
Le indagini sono scaturite dall’incendio doloso avvenuto il 27 settembre scorso, verso le 23 circa, che distrusse il bar “caffè Mary” (LEGGI L’ARTICOLO), di proprietà di Giovanni Latella, ubicato in via Ravagnese al civico 243. Il bar era gestito dai coniugi Maria Ficara e Domenico Ecelestino. Sia il padre che il fratello della Ficara, Giovanni e Orazio Ficara, sia il marito Ecelestino, secondo gli inquirenti sono tutti inseriti nella cosca denominata “Ficareddi”, federati al più carismatico clan Serraino.
Gli investigatori hanno appurato che pochi giorni dopo, il primo ottobre, il bar sarebbe dovuto rientrare nella disponibilità del proprietario, così come era stato deciso da una sentenza della magistratura adita da Latella per crediti non soddisfatti, prima da Mirisciotti e poi dai coniugi Ficara-Ecelestino. Il bar, infatti, era stato ceduto in locazione a Giovanni Ficara dal 2010, dietro corrispettivo di 2 mila euro mensili, più una cauzione di 30 mila euro. Il contratto di locazione, però, su richiesta dello stesso Ficara era stato intestato formalmente ad Arcangelo Mirisciotti. Nonostante gli accordi, però, Ficara pagò 23 mila euro di cauzione, senza mai pagare il canone mensile. Alla richiesta di pagamento dei canoni, seguirono degli incontri con Giovanni Ficara e Domenico Ecelestino, durante i quali sempre secondo l’accusa questi ultimi, con atteggiamento tipicamente mafioso, avrebbero minacciato ripetutamente Latella.
Il proprietario, dunque, si è rivolto alla Giustizia civile ottenendo un’ordinanza di rilascio dell’azienda fissata per il 30 settembre 2013. Senonché, secondo l’accusa, alcuni giorni prima del rilascio, e precisamente il 27 settembre scorso è stato impresso da parte dei Ficara l’inequivoco marchio mafioso sulla vicenda con l’incendio che ha distrutto completamente l’azienda di proprietà di Latella.
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