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MATERA – Contestano la gestione economico finanziaria del personale del carcere di Matera che non tiene conto dei principi della spending review e chiedono che venga riavviata la mobilità interna da tempo scaduta. In una nota dei vertici del Cosp (Cordinamento sindacale Penitenziario), Emanuele Falcone, Giuseppe Rizzo e Domenico DiGioia, si analizza la situazione del penitenziario della città dei Sassi alla luce delle norme sulla spending review più volte sottolineate nel comunicato stampa diffuso. I tre esponenti del Cosp, infatti, fanno notare che «La legge di stabilità approvata dal Governo prevede risparmi per cui le istituzioni della pubblica amministrazione e comparti di Sicurezza dello Stato, sono tenute a gestire ogni risorsa in termini di sprechi ed individuare le possibili condizioni, economizzando». Mentre la direzione della struttura preferisce non commentare, il Cosp sottolinea innanzitutto che «Verosimilmente verrebbero impegnate un gran numero di ore di straordinario oltre ad una gestione che ci appare in contrasto con le regole dettate dai contratti vigenti delle risorse e materiali ove presta servizio personale addetto all’interno di uffici denominati cariche fisse a cui va riconosciuto oneri e valori solo se all’interno vi è carenza di personale».
Il dubbio nasce, secondo il sindacato, perchè pur con una struttura in cui sono presenti 95 reclusi si effettua un cospicuo numero di ore straordinarie per un budget che verrebbe superato ogni mese a scapito degli agenti impiegati a turno.
Il Cosp entra nel merito e suddivide per settori, i casi di spreco.
All’ufficio matricola, ad esempio, in tutto ci sono 5 unità di polizia penitenziaria.
In genere è previsto che una unità sia sufficiente per 50 detenuti, ma nella struttura materana ci sono 95 persone e dunque ne risulta che 3 agenti sarebbero in esubero. All’ufficio Conti correnti ci sarebbero 2 unità non previste, dal momento che questo compito «E’ regolamentato da personale del Comparto ministeri di Matera».
All’Ufficio Comando ci sarebbero secondo il Cosp due unità di Polizia penitenziaria che sarebbero costantemenete utilizzate per svolgere «Varie mansioni che andrebbero al limite dei propri compiti di reparto». Lo stesso personale sarebbe poi costretto a recuperare il proprio lavoro in ufficio effettuando un grannumoeri di lavoro straordinario fisso ogni mese.
All’Ufficio sopravitto detenuti, c’è un’unità addetta al servizio di manutenzione denominata Mof che da sola assorbe dalle 40 alle 70 ore di straordinario al mese. Inoltre, si legge ancora nella nota del Cosp ci sarebbero 3 unità di Polizia Penitenziaria addetti al Bar agenti di cui un ispettore che svolge mansioni di gestione del bar, coordinatore nucleo traduzioni e Piantonamenti detenuti, oltre ad attività di controllo armeria, referente informatico ed altro ancora.
Ne risulta un’immagine particolarmente difficile per il resto dei dipendenti.
«Il personale che opera in prima linea nei reparti detenitivi – prosegue il Cosp – è costretto a svolgere turni programmati di 8 ore su tre quadranti giorno e notte prefestivi e festivi».
Il riferimento passa, poi, alla Sorveglianza generale dove ci sono due ispettori di cui uno è donna e 4 sovrintendenti che, insieme ai turnisti «Non percepiscono la dovuta retribuzione delle ore di straordinario effettuate e non vi è supporto degli agenti in esubero».
La diseguaglianza segnalata dai tre esponenti del Cosp si nota, ovviamente , in busta paga dove il Mef, Ministero delle economia e delle Finanze «Non avendo, attua il sistema di uguaglianza nel numero di ore di straordinario a propria disposizione, pertanto ai poveri poliziotti in busta paga vengono retribuite le indennità pari a chi svolge servizi meno gravosi».
Il Cosp lancia la sua proposta: «Riportare il personale impiegato nelle cariche fisse a zero ore di straordinario, come previsto dalla spending review o al massimo concedendo il recupero nella compensazione del riposo».
Per applicare queste regole, il Cosp infine suggerisce che in primis «Il comandante del reparto alle 14 non deve trattenersi oltre il suo orario di servizio, salvo che non ci siano gravi esigenze di servizio per cui si necessita la sua presenza, mentre il personale addetto alle cariche fisse non deve fare lavoro straordinario se non per comprovate e gravi esigenze di servizio».
a.ciervo@luedi.it
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