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UNA banda di calabresi clonava i nomi di ditte realmente esistenti sul territorio nazionale, poi effettuava acquisti di merci di varia natura addebitando i costi alle ditte clonate. E alla fine rivendeva le merci sotto costo a imprenditori compiacenti che, a loro volta, reimpiegavano le merci nelle loro attività lecite. A scoprire l’ingente truffa, un “business” da oltre 1 milione di euro che ha visto coinvolti numerosi imprenditori e professionisti, sono stati i carabinieri di Reggio Emilia.
L’operazione ribattezzata “Total Bluff” – condotta dai militari coordinati da Valentina Salvi, sostituto presso la Procura di Reggio Emilia – ha consentito di individuare e disarticolato un’associazione a delinquere tra diversi soggetti, in prevalenza d’origine calabrese. Tra le persone denunciate c’è un parente di Nicolino Grande Aracri, boss della ‘ndrangheta di Cutro che ha consolidate ramificazioni in Emilia. Coinvolti anche sette imprenditori calabresi, che secondo gli inquirenti erano a conoscenza del raggiro e si prestavano a utilizzare le merci comprandole a prezzi di favore.
Tre le persone finite agli arresti domiciliari: si tratta di Enrico Gulloni, 52 anni, di Gioia Tauro, Alfio Rovatti, 40 anni, residente a Reggio Emilia, e Paolo Bonini, 53 anni, residente a Parma. Una quarta persona, C.M., 45 anni, residente a Nova Milanese, è stato sottoposto a obbligo di dimora.
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