X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

POTENZA – Oramai andare a Melfi è qualcosa che deve essere assolutamente fatta. Dopo il blitz a sorpresa di Marchionne, con gli abbracci e i sorrisi da contorno lungo le linee di produzione che a breve cominceranno a sfornare la nuova Jeep Renegade, il mini suv destinato al mercato europeo ed asiatico, ecco che arriva Stefano Domenicali dirigente sportivo della squadra corse Ferrari.

Un “pezzo grosso” dei motori italiani, uno di quelli che tiene tra le sue mani l’intero team che si muove attorno alle corse di Formula 1, dagli ingegneri ai meccanici. Proprio lui due giorni fa è stato alla Sata di Melfi per infondere fiducia, forza e soprattutto parlare di lavoro di squadra. E chi se non lui, che di lavoro di squadra se ne intende sul serio visto che è andato a sostituire Jean Todt in quel ruolo “chiave” di direttore della gestione sportiva del team Ferrari. E se proprio si volesse fare un paragone lo si potrebbe trovare nella politica regionale.

Da una parte Marcello Pittella, che chiama il “grande motivatore”, il mental coach del Milan Alessio Spataro, dall’altra la grande azienda che dall’alto della sua distanza siderale rispetto al territorio in sé chiama in causa il numero uno della Ferrari.

La ragione è piuttosto chiara: da queste linee usciranno due modelli che dovranno conquistare solidissime fette di mercato, è impossibile sbagliare. Deve essere chiaro agli operai il concetto che da queste linee dovrà uscire un’auto perfetta, destinata a far volare in borsa, a Wall Street, il titolo Fiat. Non è una scommessina, è il futuro stesso della mega azienda italoamericana Fca nata dalla fusione con la Chrysler.

Quindi gioco di squadra, precisione, attenzione ai particolari, interdipendenza. Sono alcuni dei macro concetti partiti da un primo assioma: «In Formula 1 – ha detto Domenicali – si cambiano le gomme delle auto in due secondi. È un’operazione che non permette errori e che richiede una precisione assoluta. Se ci fosse qualche problema di comprensione nel team sarebbe disastroso, perché si perderebbero secondi preziosi per la buona riuscita di una gara. Ovviamente questo non vi riguarda direttamente, perché si tratta di ambiti di versi, ma il concetto di base è lo stesso. Precisione, attenzione e soprattutto gioco di squadra».

 E proprio come nella grande tradizione americana dei colossi aziendali come Google o Apple ecco che i corsi “motivazionali” per tenere alto il morale dei dipendenti in vista di una nuova sfida. Da questo punto di vista Melfi assume una nuovissima centralità nello scacchiere europeo del mercato delle auto. Non solo la Renegade, c’è anche la 500X che dovrà uscire da lì. Oltretutto, a giudicare dalle costosissime campagne pubblicitarie da premio oscar, le aspettative sono altissime.

Domenicali quindi ha parlato e cercato di infondere fiducia nell’operato degli operai di Melfi, che a questo punto potrebbero ritenersi quasi dei privilegiati rispetto agli stessi colleghi, per esempio, di Pomigliano. Ora, quale sarà la prossima mossa di Marchionne su Melfi. Importante sarà giocare di squadra, sapere di essere al centro di un cambiamento notevole e giustamente Marchionne si affida a chi più di tutti ha rappresentato al meglio i successi dei motori in Italia.

v.panettieri@luedi.it

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE