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Quarantadue tra professionisti, tecnici e opinion leader romani, hanno consumato la cena organizzata a Roma dall’Associazione Rinascita Lucana, la prima delle reti degli agricoltori di territorio per l’economia Sociale At. Promossa da Altragricoltura per favorire la valorizzazione delle culture della produzione del cibo, di gestione della terra, l’incontro fra produttori e cittadini, il consolidamento del reddito delle aziende e del risparmio per i consumatori e i saperi delle comunità contadine.
Una cena contadina con i prodotti lucani, che possono essere comprati nel Punto vendita ospitato dalla Cooperativa Eccellenze Agroalimentari, che raggruppa reti e soci contadini delle diverse regioni italiane, è stata l’occasione per verificare il favore di una proposta che tiene insieme le battaglie degli agricoltori del Metapontino contro la crisi delle aziende per la loro difesa e la qualità del cibo, che il loro lavoro riesce a garantire quando è tutelato e mantenuto.
Questo il menù servito: antipasto di fave e cicorie, cardoncelli trifolati e canestrato di Moliterno; zuppa di ceci neri di Pomarico, pecora alla pastorale; macedonia di fragole di Scanzano Jonico e arance di Metaponto; vino biologico prodotto a San Giorgio Lucano (Aglianico Bianco e Rosso, Primitivo ).
Gli ospiti hanno potuto scoprire, così, alcune delle nostre tradizioni culinarie e tipicità, ma soprattutto conoscere le aziende, la loro storia arrivata da famiglie di agricoltori e allevatori che nonostante la crisi resistono e cercano di guardare in maniera positiva al futuro e recuperare un rapporto positivo con il territorio.
Sopra tutte, hanno conosciuto la storia dell’azienda Conte che, venduta all’asta e comprata da uno dei tanti sciacalli che cercano di approfittare delle difficoltà di questa fase è tutt’ora occupata e difesa dal movimento Contadino Lucano, da Altragricoltura e da numerose altre esperienze civiche di base.
Proprio presso l’azienda di Leonardo Conte, l’associazione Rinascita Lucana sta per lanciare il progetto della sua attività che sarà presentato nella prossima settimana.
Non solo mobilitazioni, quindi, per il diritto a continuare a lavorare la terra ma, anche, pratiche positive per riconquistare reddito e diritto al futuro.
«Lo avevamo annunciato nei mesi scorsi: l’impegno di Altragricoltura non è solo nel promuovere mobilitazioni contro la crisi agricola o di costruire nuove forme di rappresentanza sindacale degli agricoltori, ma anche sostenere e promuovere spazi di economia sociale positiva in cui le pratiche del produrre, distribuire e consumare il cibo siano sottratte dalla speculazione selvaggia che governa e determina la crisi che colpisce aziende agricole e consumatori».
Lo ha sottolineato Gianni Fabbris, nel corso dell’incontro fondativo della prima R.a.t.e.s. (Rete degli Agricoltori di Territorio per l’Economia Sociale), che si avvia proprio dalla Basilicata mentre altre sono in preparazione in Puglia, Campania, Sicilia, Lazio e Toscana. Altragricoltura pone l’accento sulla necessità di riportare il controllo delle filiere agroalimentari sotto la responsabilità principale di produttori e consumatori come una delle priorità degli sforzi della politica e delle iniziative imprenditoriali.
«Venti anni fa, per ogni lira che si spendeva per l’acquisto di beni alimentari -scrive Altragricoltura nei suoi documenti di presentazione della proposta- un terzo circa del valore aggiunto remunerava le aziende agricole, un terzo la trasformazione e i costi intermedi, un terzo la commercializzazione. Oggi i 2/3 del valore aggiunto finisce in mano della commercializzazione».
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