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POTENZA – Non è ancora chiaro nemmeno di che cosa si dovrà discutere, ad ogni modo se ne riparlerà tra 8 mesi,  il 5 novembre, quando il ricorso della ditta che vuole realizzare a Banzi una centrale termodinamica tornerà davanti ai magistrati del Tar. 

E’ stata respinta la richiesta di sospendere l’efficacia del parere negativo della Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Basilicata  «al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica richiesta per la posa in opera di un cavidotto di collegamento tra l’impianto per la produzione di energia elettrica da fonte solare da realizzare nel comune di Banzi e la costruenda stazione SEE di Terna in agro di Genzano di Lucania».

Lo hanno deciso sabato sera il presidente Michele Pennetti e i giudici Giancarlo Pennetti e Benedetto Nappi al termine di una due giorni di camera di consiglio seguita all’udienza di giovedì, in cui sono comparsi l’avvocato Giuseppe Buscicchio per Teknosolar, il Comune di Palazzo San Gervasio con l’avvocato Federico Pagano e  Domenico Mutino per l’avvocatura dello Stato.

Il collegio ha ritenuto «che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente ed eventualmente tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito». Da qui  

Poi però ha preso atto di un’evidente contraddizione tra quanto affermato dalle parti in causa: la società e le amministrazioni coinvolte. Infatti l’istanza di autorizzazione paesaggistica richiesta dalla società riguardava solo il cavo di collegamento dell’impianto alla rete ad alta tensione di Terna. D’altra parte, sia Regione che Soprintendenza avrebbero preso in considerazione l’intero progetto.

Per definire l’oggetto del contendere il collegio ha disposto l’acquisizione entro 30 giorni da parte della Regione «di copia dell’intero carteggio trasmesso alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Basilicata», e a produzione di alcune «relazioni di chiarimento» a riguardo.

Probabile che la questione ruoti attorno alla vicinanza dell’impianto all’alveo di due corsi d’acqua, il Basentello e il Marascione, da cui dipende l’assoggettabilità dello stesso all’autorizzazione paesaggistica, e non soltanto del cavidotto. Torrenti naturali o canali d’irrigazione? La differenza potrebbe essere tutt’altro che irrilevante.  

l.amato@luedi.it

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