VIBO VALENTIA – Dopo l’allarme lanciato dal Siulp di Vibo che, tramite il segretario provinciale Franco Caso, ha annunciato il possibile rischi di chiusura della Scuola Agenti di Polizia a cercare di gettare acqua sul fuoco ci pensa il deputato del Pd, Bruno Censore, che ha fornito rassicurazioni sul fatto che «almeno per il momento non ci sarà nessuna soppressione». In sostanza «il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno – riferisce il parlamentare – ha semplicemente annunciato che è in corso di approfondimento la rimodulazione degli istituti di istruzione della Polizia di Stato, con l’intento di ridurli e concentrali in tre, quattro sedi in strutture di proprietà demaniale. Si parla della soppressione di 11 Commissariati distaccati, 2 Compartimenti e 27 Presidi minori di Polizia Stradale, di 73 tra Sottosezioni e Posti di Polizia ferroviaria, di 73 Sezioni provinciali di Polizia Postale (tra cui quella di Vibo Valentia), di 2 Zone di frontiera e 10 Presidi minori di Polizia delle Frontiere, nonchè della soppressione di tutte le 50 Squadre nautiche, 4 Squadre sommozzatori, 11 Squadre a cavallo e 4 Nuclei artificieri» (LEGGI LA NOTIZIA).
Tuttavia, lo stesso Censore aggiunge che «malgrado non sia stata ancora disposta nessuna chiusura, la spending review del Viminale impone di tenere alta la guardia, al fine di evitare che il Vibonese possa caratterizzarsi per un inasprimento della fragilità sotto il profilo della sicurezza. Pertanto – conclude Censore – le preoccupazioni esternate dalle rappresentanze sindacali di Polizia non possono restare inascoltate. Coinvolgendo gli altri Parlamentari e i componenti calabresi del Governo, nei prossimi giorni mi farò portavoce di una battaglia a difesa di un’eccellenza qual è la Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Vibo Valentia, nella consapevolezza che in un territorio in cui la criminalità segna notoriamente e drammaticamente il suo radicamento non si può dare ai cittadini la percezione che il tema della sicurezza e della lotta al malaffare non rappresentino una priorità»
L’ALLARME DEL SIULP – Il sindacato afferma che la decisione «rappresenterebbe un notevole danno sia al sistema formativo della Polizia che al tessuto economico locale», e si rivolge al governo affinché «si persuada della veridicità dei moniti della Commissione europea che sottolinea come la sicurezza non sia un costo di sistema ma una condizione imprescindibile». Per il sindacato «chiudere le scuole di Polizia significherebbe accettare, a priori, la sconfitta nella lotta ad ogni forma di criminalità; darsi per vinti nella battaglia contro le mafie; mostrare la precarietà e la debolezza delle istituzioni nella loro più rilevante guerra. Soprattutto nel meridione dove lo stato dovrebbe mostrare in modo inequivocabile la sua presenza». Il segretario Franco Caso si rivolge quindi «ai rappresentanti del parlamento sul territorio regionale affinché si mobilitino per preservare quella stessa scuola definita dal sottosegretario Minniti in un recente convegno “un’eccellenza sul territorio nazionale”, un istituto che da decenni forma centinaia di poliziotti inviati in servizio in tutta Italia, portatori di universali valori acquisiti nella scuola e nel territorio circostante del quale costituiscono anche un’insostituibile risorsa economica».