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CATANZARO –  Il conto dell’Asi? Un bancomat per ogni evenienza. E’ quello che viene fuori da carte e documenti in possesso del Dipartimento regionale alle Attività Produttive che potrebbero essere all’attenzione della Corte dei conti di Catanzaro. Ad oggi i consorzi sono stati sciolti, dovranno confuire nel Corap, per volontà regionale, colpa della spending review, ma anche di tanti sprechi. Restano i dirigenti e contratti d’oro. Ecco per esempio che cosa c’è nella documentazione sull’Asi di Cosenza. Partiamo dai fatti: il consorzio di Cosenza ha un valore di produzione pari a 1.612.968 euro, ha un costo di 2 milioni 463.262mila euro per una perdita dunque di -850.294 euro, in un anno. Non si discute l’utilità dell’ente che di certo avrà in 22 anni fatto crescere le attività industriali cosentine e, di sicuro, ha creato lavoro, grazie a consulenze e assunzioni dirette. Altra cosa certa è che l’ex presidente, Diego Tommasi ha lavorato tanto d’estate. I rimborsi infatti che ha chiesto salgono tra giugno e settembre, a volte anche con documentazioni giustificative esigue. Spese discutibili e a dirlo sono i richiami fatti negli anni dalla stessa Regione all’Asi. 

Facciamo un esempio in una stessa data ci sono due prelievi fatti dal conto dell’economato dell’Asi, uno compiuto dall’ex presidente Diego Tommasi che preleva 190 euro per la sostituzione di un pneumatico della sua auto e, nello stesso giorno anche la direttrice del consorzio Stefania Frasca preleva 500 euro con la motivazione “missione Bari”. Non è specificato altro. I documenti in possesso al dipartimento raccontano per esempio che Tommasi ancora si rimborsa per “spese forfettarie” 10.353 euro per la sua attività svolta da luglio a settembre del 2010.

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