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CASSANO ALLO JONIO (CS) – Al grido di “E mò bast!”, in dialetto de luogo, ma ben comprensibile a tutti, centinaia di persone, soprattutto giovani, sono scesi per strada, a Cassano alla Ionio, per manifestare il loro sdegno contro gli atti di violenza che si sono registrati in breve tempo nella cittadina del Cosentino. Prima l’omicidio di Dodò, bruciato con il nonno e la compagna di quest’ultimo (LEGGI), poi quello di padre Lazzaro, davanti la chiesa di Sibari (LEGGI).
«Nel giro di un mese, prima hanno ucciso un bambino innocente e poi un sacerdote: noi non vogliamo che ci etichettino come una città criminale», dice Antonio Golia, presidente dell’associazione Patrioti Briganti, fatta tutta di giovani, che ha organizzato l’evento. Per Telma Crugliano, altro esponente dell’associazione, «vogliamo riappropriarci di un’identità che ci appartiene e vogliamo dimostrare che siamo cassanesi fieri, che siamo altro dall’orrore e dal degrado che attanaglia la nostra terra ormai da troppo tempo».
I giovani avevano preparato delle sagome umane, colorate, a terra, come dei morti, di ogni razza, che non si vogliono più vedere. Per questo, prima dell’avvio del corteo, le sagome sono state rimosse. Il lungo corteo dei manifestanti si è mosso da Lauropoli, frazione di Cassano allo Ionio, tristemente nota per molti fatti di sangue e per ospitare un quartiere, il Timpone Rosso, al centro di molte operazioni contro la ‘ndrangheta. I giovani gridavano “E mò bast!”, che è lo slogan della giornata, ma anche “scendete in piazza e metteteci la faccia”, rivolto a chi guardava dalle finestre e dai balconi. Ogni persona aveva un cartello al collo, con il suo personale “E mò bast!”: chi ha scritto che vuole una terra libera, chi di voler ripudiare ogni violenza, chi condanna l’indifferenza. Le scritte erano tantissime. Al corteo, che si è diretto verso il municipio di Cassano allo Ionio, ha partecipato anche il sindaco, Gianni Papasso.
«La parte attiva della cittadinanza oggi è qui – ha detto il sindaco – e vuole dire basta al silenzio, alla violenza e alla criminalità. Ma basta anche alla disattenzione da parte dello Stato».
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