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MELFI – Un blitz a sorpresa. Una visita inattesa. Alle 9 e 30 di ieri mattina, Sergio Marchionne, amministratore delegato Fca, è atterrato a bordo di un elicottero presso lo stabilimento Sata di San Nicola di Melfi. Il suo arrivo non era previsto. Quello dell’ingegnere Luigi Galante, capo della produzione di tutti gli stabilimenti europei, invece sì. Galante ha accompagnato Marchionne in questo tour che dopo Melfi, li ha visti raggiungere gli stabilimenti di Pratola Serra in Irpinia e poi Termoli in Molise. Motivo della visita: osservare personalmente lo stato della nuova linea produttiva, quella che a giugno di quest’anno, dovrà produrre la Renegade, la nuova Jeep del gruppo Fiat-Chrysler. Ovviamente l’arrivo di Marchionne ha scombussolato la vita dello stabilimento melfitano. la visita dell’ad testimonia la centralità dell’impianto di Melfi e dell’importanza che lo stabilimento lucano riveste nell’ambito produttivo Fiat.

« E’ stato per me un orgoglio stringere la mano a Marchionne», ci confida un’operaia. La visita di Marchionne ha indubbiamente galvanizzato l’ambiente. Il dirigente di origine chietina, non si è sottratto al contatto con gli operai. Anzi, è stato ben felice di stringere la mano a chi si sta impegnando concretamente nella produzione della nuova linea che darà vita al suv appena lanciata al mercato internazionale dell’auto di Ginevra. Un auto che dovrà sapersi ritagliare fette rilevanti nel mercato mondiale.

«Sergio Marchionne, ama molto, stringere contatti direttamente con gli operai, sulle linee produttive, rimarca Sodano, responsabile comunicazione del gruppo Fiat. Non è nuovo ad improvvisate come questa. Chiamiamoli “scherzetti”, che servono concretamente a verificare lo stato d’avanzamento dei lavori”. A svolgere gli onori di casa Sebastiano Garofalo, direttore dello stabilimento di San Nicola di Melfi. L’incontro è durato circa un’ora e mezza, poi alle 11 Marchionne ha spiccato il volo a bordo dell’elicottero che lo aveva prelevato a Napoli, dopo che un volo di linea da Torino lo aveva condotto nel capoluogo campano di primo mattino. Era dal dicembre 2012, che Sergio Marchionne non faceva visita allo stabilimento lucano. In quella circostanza lanciò il nuovo investimento e le nuove strategie del gruppo. Fu una visita importante.

Questa volta Marchionne si è mosso verso l’area chiamata “Pilotino”, dove viene sviluppato il prototipo della nuova auto, in attesa del lancio definitivo. Subito dopo si è spostato al reparto montaggio, ovvero le due linee dove vengono prodotte la Renegade, la 500x e la Grande Punto. Diciamo che è stata una visita soprattutto da “motivatore” e lo dimostrano le foto sorridenti con gli operai della Sata, “catturate” reparto per reparto. Sorrisi, abbracci e tante strette di mano. Una visita non tanto di dovere, quanto utile per tastare il polso della situazione. E, quasi come un paradosso, il grande assente è la politica, che ha preferito rintanarsi nel silenzio piuttosto che raggiungere Marchionne all’interno dello stabilimento. D’altronde anche questo è un carattere distintivo dell’amministratore delegato, restio alla politica e con un forte senso di indipendenza soprattutto rispetto alle dinamiche locali. Eppure poteva essere una buona occasione per strappare un incontro ufficiale, un tavolo tecnico o una discussione, anche informale, che potesse far recuperare centralità alla politica lucana sulla questione Melfi. Diversa la reazione dei sindacati, che dall’Ugl alal Fismic, passando per la Cisl hanno espresso la loro soddisfazione nel constatare l’attenzione di Marchionne verso il nuovo progetto.

Certo non c’è stato spazio per discutere sul mantenimento di tutti i livelli occupazionali all’interno dell’azienda anche con la prossima dismissione della linea Punto. L’unico che entra nuovamente in questa discussione è Burmo della Fism Cisl. Negli ultimi due giorni sia Uil che Cgil hanno avanzato dubbi sulla possibilità di tenere occupati tutti e 5mila 400 gli operai della Sata, addirittura stando alle previsioni della Cgil contenute nel settimo rapporto sull’automotive che uscirà tra qualche settimana, con questo piano di investimenti si potrebbe arrivare ad oltre duemila esuberi.

Burmo da questo punto di vista è tranchant: «Noi stiamo ai fatti e i fatti ci dicono che c’è un progetto industriale serio che è nelle condizioni di saturare la capacità produttiva della Sata. Se altri hanno la sfera di cristallo e riescono a leggere il futuro, o sono dei maghi o vogliono creare confusione. In questa fase nessuno è in grado di prevedere come andrà il mercato, neanche Marchionne, ma abbiamo la certezza della serietà del progetto industriale che si sta realizzando a Melfi, con buona pace di chi in questi anni ha cercato di ostacolare in ogni modo e con argomentazioni capziose il rilancio della più importante industria nazionale».

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