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LAURENZANA – Si è celebrato l’8 febbraio scorso il funerale di Antonio Bellarosa, ex sindaco di Laurenzana e maestro di scuola elementare di vecchio stampo, in pensione.
Un personaggio che ha dedicato la propria esistenza alla politica mettendosi al servizio dei propri concittadini per il bene dell’intera comunità. Una morte passata sotto silenzio, la forza della memoria di un paese è mancata, Antonio Bellarosa è stato dimenticato. Un corteo funebre di amici, parenti, cittadini comuni che lo hanno pianto e la mancanza della classe politica che con lui collaborò alla rinascita socio economico e politica del paese, i socialdemocratici, raggruppati sotto il simbolo del sole che ride, oggi sono dispersi nei tanti schieramenti politici da destra a sinistra.
La cosa peggiore è che il funerale di Antonio Bellarosa è stato ignorato dall’attuale sindaco di Laurenzana, Domenico Giovanni Urga, dalla giunta, dall’intero consiglio comunale e dagli uffici amministrativi, che né hanno partecipato ai funerali e nè lo hanno ricordato con un manifesto di cordoglio.
Un piccolo atto dovuto ad un personaggio che è stato vicesindaco dal 1960 al 1964 e sindaco per due legislature, dal 1964 al 1975. Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia come il paese di Laurenzana rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio per convenienza, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Antonio Bellarosa un modello pulito di politico, conosciuto dalla gente più o meno anziana di Laurenzana come “Don Antonio” convinto e fiero di essere socialdemocratico.
Un suo vecchio amico racconta che Don Antonio soleva raccontare che la «transizione verso una società socialista potesse essere attuata attraverso un processo democratico e non mediante una svolta rivoluzionaria. Per questo si proponeva di diffondere gli ideali del socialismo nel contesto di un sistema democratico».
Aggiunge la figlia Anna, stimata farmacista del comune di Anzi: «Per mio padre l’Italia è rimasta un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero».
Dopo aver ascoltato il ricordo dell’amico e della figlia, la mia convinzione è che Antonio Bellarosa è stato un vero socialista democratico. Maestro di vita, rispettoso delle idee altrui, ma molto fermo nelle sue convinzioni, amante del suo paese e della sua gente, sempre a voce bassa ma con grande orgoglio è stato un cittadino laurenzanese da prendere a modello, un esempio per tanti alunni che sono cresciuti con i suoi racconti, con i suoi valori universali.
Don Antonio, ora non c’è più e la città di Laurenzana non dovrebbe dimenticare questo cittadino ma ricordarlo, anche come esempio per le nuove generazioni, di un testimonial di vita, di libertà, che ha vissuto per gli altri, con modestia e sicurezza, senza mai chiedere, ma dando molto. L’8 marzo, a un mese dalla morte del vecchio sindaco credo che il sindaco attuale, Domenico Giovanni Urga, potrebbe riparare a questa gaffe istituzionale e rendere il dovuto ricordo a un cittadino che tanto si è speso per la comunità di Laurenzana.
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