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BANZI – Anche “Il fatto quotidiano” si occupa della Teknosolar l’azienda che vorrebbe costruire a Banzi una centrale solare termodinamica.
E contro la centrale, nei mesi scorsi, si sono scherati sia i sinadci della zona che i cittadini che sono scesi in piazza.
Sull’edizione di ieri del “Fatto quotidiano” è stato pubblicato un articolo, a firma di Luigi Franco, dal titolo “Investi 10, guadagni 130: l’incentivo al solare termodinamico alletta speculatori”.
In sintesi la questione sarebbe che la Teknosolar Italia 2 punterebbe a incassare 1,2 miliardi di aiuti pubblici in 25 anni grazie alla realizzazione di un termodinamico solare che porterebbe via 226 ettari di terreno agricolo, in buona parte da espropriare.
Per Luigi Franco il guadagno per Teknosolar deriverebbe dagli “incentivi alle fonti di energia rinnovabile”. Dietro alla Teknosolar Italia 2 c’è “Esteban Morras Andrès – si legge nell’articolo – un imprenditore spagnolo che nel suo Paese ha già installato alcuni impianti analoghi: i raggi del sole vengono deviati dagli specchi in modo da riscaldare un fluido, che viene utilizzato per generare vapore ad alta temperatura e pressione. Il fluido viene immesso in una turbina per produrre energia elettrica, alla cui generazione contribuirà fino al 15% anche il gas metano, una fonte non rinnovabile che serve a garantire continuità all’impianto. Un accumulatore a sali permette poi di immagazzinare il calore per produrre energia di notte, quando il sole non c’è più”.
Ma a non tornare sarebbe il quadro economico presentato da Teknosolar. Se il progetto venisse approvato, infatti, la società ci metterebbe solo 60 milioni di euro di capitale proprio, che sommati ai 240 prestati dalle banche porterebbero l’investimento totale a 300 milioni. Nei 25 anni di vita dell’impianto, Teknosolar riceverebbe quasi 1,2 miliardi di incentivi, tutti soldi pagati dagli italiani con le bollette dell’elettricità. Più di quattro volte il valore sul mercato dell’energia prodotta, pari ad appena 280 milioni. I costi per la gestione della centrale nell’arco dei 25 anni sarebbero di circa 255 milioni, gli interessi da pagare alla banche 167 milioni. “Insomma – prosegue il giornalista Luigi Franco – alla Teknosolar rimarrebbe un bel guadagno, non c’è che dire. Grazie soprattutto agli incentivi che il decreto del 6 luglio 2012 del ministero dello Sviluppo economico ha reso piuttosto generosi per il solare termodinamico”.
L’amministratore delegato di Teknosolar, Giovanni Fragasso, “la chiama “vocazione etica”. Ma con questi numeri viene il sospetto che dietro l’operazione ci sia un più basso intento speculativo. Ipotesi contestata da Paolo Martini, consigliere delegato per le strategie di mercato di Anest, l’Associazione nazionale energia solare termodinamica che riunisce le imprese interessate allo sviluppo del settore e fa attività di lobbying per promuovere questa tecnologia”. Martini, infatti, sostiene che «gli incentivi consentono alla società che investe di ottenere un rendimento annuo del 10-13 per cento, paragonabile al ritorno che si aspetta chiunque faccia impresa. Nessuna speculazione, dunque».
Dal ministero dello Sviluppo economico spiegano che “sulle fonti rinnovabili abbiamo degli obblighi imposti dall’Unione europea per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. C’è quindi un progresso da effettuare nella quota di energia prodotta con le rinnovabili”.
Anche l’occupazione avrà i suoi vantaggi, secondo l’Anest: “alla costruzione della centrale – si legge nell’articolo – lavorerebbero circa 200 persone per due anni e nei successivi 25 sarebbero impiegati 35 dipendenti per la gestione dell’impianto e 10-15 addetti alla manutenzione.
Ma c’è, come detto, chi dice «No» al progetto e prosegue nella protesta.
Protesta che ha come obiettivo quello di “impedire che una bella campagna venga trasformata prima in un cantiere e poi in un’enorme distesa di specchi. Con il rischio di incendi che, secondo gli attivisti di comitati e associazioni, si aggiunge a inquinamento ed eccessivo consumo di acqua”.
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