PAOLA – Il procuratore della Repubblica, Bruno Giordano, gestirà personalmente il fascicolo mandato dalla procura di Cosenza, sulle “consulenze d’oro” all’Asp. Si tratta di uno stralcio trasmesso agli uffici giudiziari di Paola, relativamente alle posizioni degli avvocati, Nicola Gaetano, Alessandro Ventura e Andrea Gentile, figlio del senatore del Nuovo Centro Destra, Tonino Gentile. I reati che sarebbero stati commessi a Paola – e per questo disgiunti dal procedimento principale incardinato a Cosenza – sono falsa fatturazione e truffa aggravata, con accanto l’ipotesi del reato associativo. Il procuratore Giordano, che, come accennato, manterrà a se l’indagine, ha immediatamente preso visione delle carte pervenute lunedì mattina dalla città dei Bruzi. A giorni deciderà la linea da adottare, per far piena luce sul caso che sta facendo tanto discutere e innescato polemiche a non finire.
LA BARCA DELL’AVVOCATO GAETANO ANDATA IN FIAMME – Un anno fa, al porto di Cetraro andavano in fiamme due barche. Una apparteneva all’avvocato Gaetano. Le perizie disposte non hanno fornito indizi per stabilire da quale imbarcazione sia partito l’incendio. Verosimilmente le fiamme sono passate da un natante all’altro, visto che erano ormeggiati vicini. Gli inquirenti visionando alcune immagini di una telecamera esterna sono riusciti a risalire all’individuo che ha innescato le fiamme. Però non è mai stato scoperto il movente. Nemmeno l’avvocato Gaetano, sentito al riguardo in procura, è stato in grado di fornire elementi utili per cercare di ipotizzare un movente plausibile. Movente che oggi potrebbe essere intravisto, ragionando ovviamente nel campo delle ipotesi, negli scenari disegnati dall’attività investigativa (compreso il lavoro della commissione prefettizia di accesso agli atti arrivata l’anno scorso nell’azienda sanitaria) che ha consentito di scoprire certi andazzi, certe spese e certe infiltrazioni nella gestione dell’Asp.
L’episodio dell’imbarcazione data alle fiamme, oggi potrebbe essere visto da un’altra angolazione, e c’è la possibilità che venga messo in relazione a tutta una serie di episodi, per una nuova ricostruzione dell’intera vicenda. Non è detto che il tentativo di cercare punti di collegamento in tale direzione, alla fine risulti un volo pindarico.
L’INCHIESTA DELLA DDA – Come riferito nelle precedenti edizioni, la procura antimafia di Catanzaro ha aperto un procedimento su presunte infiltrazioni malavitose all’Asp, con particolare riferimento all’amministrazione dei presidi ospedalieri di Paola e Cetraro. Lunedì scorso pm e agenti di polizia giudiziaria si sono incontrati negli uffici della Dda, per far il punto della situazione. Al termine della riunione il procuratore distrettuale Vincenzo Lombardo e il sostituto Pierpaolo Bruni, hanno impartito alcune direttive, che potrebbero essere l’ultime della fase delle indagini preliminari. Gli accertamenti finora svolti, vanno ben oltre i confini in cui si è mantenuta la commissione d’accesso, che per diversi mesi ha scandagliato l’azienda sanitaria di Cosenza.
PAOLA – Il procuratore della Repubblica, Bruno Giordano, gestirà personalmente il fascicolo mandato dalla procura di Cosenza, sulle “consulenze d’oro” all’Asp. Si tratta di uno stralcio trasmesso agli uffici giudiziari di Paola, relativamente alle posizioni degli avvocati, Nicola Gaetano, Alessandro Ventura e Andrea Gentile, figlio del senatore del Nuovo Centro Destra, Tonino Gentile. I reati che sarebbero stati commessi a Paola – e per questo disgiunti dal procedimento principale incardinato a Cosenza – sono falsa fatturazione e truffa aggravata, con accanto l’ipotesi del reato associativo. Il procuratore Giordano ha immediatamente preso visione delle carte pervenute lunedì mattina dalla città dei Bruzi. A giorni deciderà la linea da adottare, per far piena luce sul caso che sta facendo tanto discutere e innescato polemiche a non finire.
E c’è un giallo da chiarire. Un anno fa, al porto di Cetraro andavano in fiamme due barche. Una apparteneva all’avvocato Gaetano. Le perizie disposte non hanno fornito indizi per stabilire da quale imbarcazione sia partito l’incendio. Verosimilmente le fiamme sono passate da un natante all’altro, visto che erano ormeggiati vicini. Gli inquirenti visionando alcune immagini di una telecamera esterna sono riusciti a risalire all’individuo che ha innescato le fiamme. Però non è mai stato scoperto il movente. Nemmeno l’avvocato Gaetano, sentito al riguardo in procura, è stato in grado di fornire elementi utili per cercare di ipotizzare un movente plausibile. Movente che oggi – è una delle ipotesi ora al vaglio della procura – potrebbe essere intravisto negli scenari disegnati dall’attività investigativa, compreso il lavoro della commissione prefettizia di accesso agli atti arrivata l’anno scorso nell’azienda sanitaria) che ha consentito di scoprire certi andazzi, certe spese e certe infiltrazioni nella gestione dell’Asp.
Intanto c’è anche la procura antimafia di Catanzaro che ha aperto un procedimento su presunte infiltrazioni malavitose all’Asp, con particolare riferimento all’amministrazione dei presidi ospedalieri di Paola e Cetraro. Lunedì scorso pm e agenti di polizia giudiziaria si sono incontrati negli uffici della Dda, per far il punto della situazione. Al termine della riunione il procuratore distrettuale Vincenzo Lombardo e il sostituto Pierpaolo Bruni, hanno impartito alcune direttive, che potrebbero essere l’ultime della fase delle indagini preliminari. Gli accertamenti finora svolti, vanno ben oltre i confini in cui si è mantenuta la commissione d’accesso, che per diversi mesi ha scandagliato l’azienda sanitaria di Cosenza.