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POTENZA- L’Asp cerca un nuovo addetto stampa. Che però proprio “nuovo” non è. O meglio, è questo il sospetto di molti candidati, convocati, dopo mesi di attesa, per le prove orali del concorso bandito, per la prima volta,  ormai più di un anno fa (gennaio 2013), che si terranno il 20 e il 21 marzo. Trentasei candidati, tra cui, anche   l’attuale addetto stampa dell’Azienda sanitaria di Potenza. Per un contratto di tre anni, da 30.000 euro complessivi, che prevede la redazione di comunicati, la realizzazione di servizi radiofonici e televisivi per promuovere l’attività istituzionale dell’azienda, e la direzione e il coordinamento del periodico aziendale “Salute e territorio”. Ovvero tutte quelle attività, compresa quella relativa al giornale, che sono già svolte dall’attuale addetto stampa che tra l’altro figura anche nel piano triennale di comunicazione dell’azienda. E che quindi si troverà a concorrere con altri gli candidati partendo da una posizione abbastanza avvantaggiata. Insomma, quella in questione, sembrerebbe tanto una selezione bluff, con esito del tutto scontato, per confermare chi si trova già all’interno dell’azienda, a discapito degli altri concorrenti esterni.  Anche perché, nel bando  in questione, si prevede esplicitamente che la commissione valuti i curricula, sì in base alle esperienze formative  e professionali, ma con esplicito riferimento a precedenti incarichi di adetto stampa in pubbliche amministrazioni, soprattutto nel settore sanitario. Sostanzialmente un modo per aggirare le opposizioni che c’erano state al bando nella sua prima stesura. Il concorso, infatti, appena pubblicato, era stato sospeso lo scorso anno proprio per i requisiti troppo stringenti richiesti ai candidati: oltre all’essere iscritto al registro dei giornalisti pubblicisti da almeno cinque anni, condizione indispensabile era, pena l’esclusione, aver maturato un’esperienza professionale nello stesso settore. Era stato proprio il Quotidiano a denunciare il caso. Il sindacato dei giornalisti aveva chiesto e ottenuto una revisione dei criteri di selezione. Quindi, a marzo, il nuovo avviso pubblico, in cui l’aver lavorato nel settore della sanità non era più un criterio di esclusione, ma rimane base fondante per la valutazione della commissione. A qualcuno la nuova formulazione del bando non deve essere piaciuta lo stesso. sarà stato per questo che, qualche mese dopo, quando i candidati era stati già convocati per sostenere la prova orale dopo la valutazione dei curricula, il concorso, anche se solo informalmente, veniva nuovamente sospeso. Nessuna comunicazione ufficiale. Solo un avviso ai candidati, per altro non tramite raccomandata ma attraverso sms telefonico: le selezioni per le quali erano già state individuate le date, non si sarebbero più tenute in quei giorni. Era luglio. E’ seguito un lungo silenzio. Poi, qualche giorno fa, l’Asp si è rifatta viva, questa volta tramite raccomandata. I candidati sono stati convocati per il 20 e il 21 marzo. E questa volta, a ognuno di loro, è stato assegnato anche un punteggio, in base alla valutazione dei curricula, che invece non c’era nella prima convocazione. Insomma, una serie di dinamiche che sembrano  contrassegnate da scarsa trasparenza, che non hanno fatto altre che alimentare i dubbi dei candidati. Il 20 e il 21 marzo si presenteranno comunque per sostenere le selezioni orali. Ma per molti si tratta di un verdetto già scritto.

m.labanca@luedi.it

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