5 minuti per la lettura
L’OMBRA della legge 194/78 ancora oggi si stende per offuscare la mente a chi vive di ideologie, incapaci di guardare alla verità della vita umana ma capaci di porre ai più la menzogna come verità. La stessa legge 194/78 è dagli stessi ideologi quasi del tutto non conosciuta. Infatti, il titolo è: “Norme per la tutela sociale della maternità e sulla interruzione volontaria della gravidanza”, e all’art. 2, comma “c” e “d” recita testualmente che i consultori famigliari devono attuare colloqui con la gestante al fine di rimuovere le cause che inducono la donna ad abortire anche quando le cause sono di natura economica e possono avvalersi di associazioni di volontariato. Infatti, la legge fu corredata di un fondo, 50 milioni di lire, rifinanziato ogni anno, con lo specifico intento di offrire sostegno economico a mamme che decidono di proseguire la loro gravidanza. Appare evidente l’ignoranza e il preconcetto ideologico di chi si scaglia, in modo virulento e arrogante, contro la proposta di legge regionale a tutela e sostegno della maternità del primo firmatario il Consigliere Aurelio Pace, che, nei fatti ripropone quanto già previsto nella Legge 194/78. La sua proposta prevede un sostegno economico di appena 250 euro mensili per 18 mesi in favore di mamme che avrebbero voluto abortire proprio per cause economiche e che rinunciano se sostenute. Una vita umana, il bambino concepito, vale ben più di 250. Un bambino è la ricchezza del Paese, una ricchezza che non può essere oscurata dal ideologie ormai stantie che mostrano arroganza e cecità intellettuale. Questi ideologi non sanno e dimenticano che loro stessi sono stati embrioni e non sanno nemmeno se voluti o se capitati per incidente. Rimane loro il fatto che la loro mamma li ha accolti e ora possono sparlare ignorando lo sviluppo embrionale di cui non sanno evidentemente nulla. Biologicamente la vita appartiene a chi è in vita e non di altri. La Cgil, continua a vivere di favole e di misteri, quelli della legge 194 di cui parla senza conoscere quello che dice. Le loro donne dicono che i Centri di Aiuto alla Vita sono “enti privati”. E’ falso! I Centri sono di puro volontariato, regolarmente iscritti al Registro del Volontariato della Regione Basilicata e legalmente riconosciuti onlus. Inoltre, le donne Cgil si chiedono secondo quale principio i Centri di Aiuto alla Vita dovrebbero stilare un progetto di sostegno alla maternità, domanda che ancora li rimanda alla cecità ideologica. I Centri, presenti sul territorio nazionale dal 1975, hanno contribuito, con le loro notevoli professionalità, al sostegno della maternità e nei casi accertati di povertà hanno erogato sostegno alle mamme con 160 euro mensili per 18 mesi. Non hanno comprato i bambini, come si afferma da molti, ma hanno dato una risposta ad una richiesta di aiuto. Piuttosto, la Cgil si occupi concretamente delle reali politiche per il lavoro visto che ha contribuito al fallimento pluriennale del mercato regionale del lavoro. Si chieda il femminismo e la Cgil cosa hanno fatto le istituzioni per la tutela della maternità così come recita il titolo della legge 194/78? Certamente un bel niente; la stessa Cgil e le sue donne cosa hanno offerto alla mamma che è costretta ad abortire per sole cause economiche? Ancora un bellissimo niente. Sarebbe meglio che la Cgil guardasse alla realtà di una decisione il più delle volte drammatica della gestante che è costretta ad eliminare il proprio bambino per motivi economici. Loro, le donne Cgil sono sicuramente favorevoli, mia presunzione, ai canili municipali, lo sono anch’io, questo ci accumuna, ma devono sapere che il Comune di Matera sopporta un costo di circa 900.000 euro all’anno per il mantenimento dei randagi! Ma allora perché non si vuole una legge regionale che prevede solo 100.000 euro complessivi per l’intera Regione per aiutare mamme a portare la sua gravidanza con dignità sino al suo parto? Non vi sembra, donne Cgil un profondo e inumano controsenso ideologico e reale? E’ del tutto inutile da parte della Cgil mistificare il calo demografico portandolo sul piano della migrazione. I significati abortivi e migratori son ben distinti e non si possono sovrapporre in modo artefatto e strumentale. La Cgil e le sue donne sicuramente non sanno che in Basilicata si effettuano circa 800 aborti all’anno con un costo ciascuno di circa 800 euro e che Matera ne compie i 2/3. Matera ha così il suo primato! L’autonomia della persona deve essere salvaguardato dice il PD, vero, affermano i Centri di Aiuto alla Vita perché anche il bambino concepito, autonomo nel suo sviluppo dalla madre, deve poter godere della sua autonomia e della volontà di nascere che, nei fatti, gli è brutalmente negata. Vera l’affermazione del PD quando invoca, nel suo comunicato, un “reale welfare” che necessariamente deve essere rivolto agli ultimi. Tra questi ultimi sicuramente c’è la maternità difficile e il suo bambino che possono essere aiutati con poche risorse. La Cgil parla di pannolini, i Centri di Aiuto alla Vita parlano di Vita Umana. E’ certo che l’accostamento fa arrossire quando l’ideologia offusca il sentimento. E non sempre ciò che è legale è giusto e morale!
*Presidente Federazione regionale Centri di aiuto alla vita
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA