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COSENZA – La notizia che riguarda l’indagine sull’Asp di Cosenza e il coinvolgimento di Andrea Gentile (LEGGI), figlio del senatore e coordinatore regionale Ncd Antonio (LEGGI LA REPLICA DI GENTILE), sta suscitando una bufera dopo che il direttore dell’Ora della Calabria, Luciano Regolo, ha denunciato che «ieri notte si è consumato un fatto gravissimo per la libertà  di stampa, la violazione delle più elementari regole della democrazia e del vivere civile».

Stamattina l’Ora non era in edicola. Secondo la ricostruzione del direttore, «ultimata la lavorazione del giornale, a tarda ora, l’editore mi ha chiesto se non fosse possibile ritirare dalla pubblicazione l’articolo relativo all’indagine in corso sul figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, al quale sono contestati i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell’ambito del caso Asp». Aggiunge Regolo: «Di fronte alla mia insistenza, nella difesa del diritto di cronaca, ho minacciato all’editore stesso le mie dimissioni qualora fossi stato costretto a modificare il giornale, vanificando il mio lavoro e quello dei miei colleghi. Mentre discutevamo di questo in mia presenza e in viva voce, l’editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore Umberto De Rose, il quale, ponendosi come “mediatore” della famiglia Gentile, faceva ulteriori pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia».

LA TELEFONATA E IL “CINGHIALE FERITO” – Regolo riferisce che De Rose avrebbe utilizzato l’espressione: «Il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti». Dopo la telefonata, racconta il direttore «avendo io ribadito all’Editore che non intendevo in alcun modo censurare ciò che era stato scritto, ci siamo salutati. Ma, afferma ancora il direttore dell’Ora, «De Rose, dopo avere chiamato insistentemente la redazione, soltanto alle due di notte ha fatto sapere che il giornale non poteva andare in stampa per un guasto alle rotative»: «E’ evidente – conclude Regolo – che si è trattato di un’azione intollerabile e ingiusta, e aspetto serenamente che la Procura di Cosenza mi convochi per produrre la documentazione in mio possesso riguardo alle pressioni che Gentile, per interposta persona, ha effettuato per evitare che fosse divulgata l’indagine sul conto di suo figlio».

LA REPLICA DELLO STAMPATORE – Alle parole di Regolo replica De Rose ponendo tre questioni: «Il primo aspetto – dice – è che non avrei avuto nessuna eventuale necessità di fare pressioni preventive, atteso che il guasto lo avrei potuto simulare a qualsiasi ora. Il secondo aspetto è che garantisco la libertà di stampa di questo giornale, considerato che da circa dieci mesi non vengono adempiuti gli obblighi contrattuali di controparte. Ed infine – dice ancora De Rose – se già il suo editore gli stava facendo pressioni per quella vicenda, che interesse avevo io a perorare cause di terzi? Voglio ribadire che l’editore è l’unico ad avere un potere sulla direzione e non certo lo stampatore»«A dimostrazione di ciò – conclude – voglio solo affermare che non conosco personalmente Luciano Regolo nonostante lui diriga questo giornale da qualche mese». 

CITRIGNO: «HO SOLO CHIESTO VERIFICHE» – Da parte sua, l’editore Alfredo Citrigno precisa di aver «chiesto la verifica al direttore della veridicità e della fondatezza della notizia riguardante l’indagine a carico del figlio del senatore Gentile». L’editore afferma che il direttore gli ha risposto dicendo che era in possesso dei relativi atti «e pertanto ha deciso di pubblicare ugualmente l’articolo». «Che poi il giornale non sia stato stampato e non sia dunque arrivato in edicola – conclude Citrigno – non è dipeso sicuramente da me. Anzi, la mancata pubblicazione ha rappresentato per me un danno economico»

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