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“Mi difendo perchè non mi omologo”. Lui è il maestro Rocco Gallicchio e dal 2002 ed è ritornato a Calvello, dopo diverse esperienze formative e lavorative fuori regione, per dar vita ad un’antica tradizione calvellese: la lavorazione della faenza. Una tradizione, quest’ultima, che risale al 1200 e che si è prolungata fino agli inizi del 900 interrompendosi nel 1980. Loro, gli artigiani, venivano chiamati in dialetto “i fainzar”, un tipo di ceramica ricavata dall’argilla, con una lavorazione particolare, che proprio i monaci benedettini di Faenza importarono a Calvello ad inizio secolo. A ripristinare tale tradizione nel 1987, ma solo come hobby, fu proprio il papà di Rocco. Guardandolo lavorare Rocco se ne innamorò.
Oggi il maestro Gallicchio ha un laboratorio tutto suo e, inoltre, lavora per la Soprintendenza dei Beni Architettonici della Basilicata ed è riuscito ad avvicinare tanti altri clienti privati, tra cui i Coppola per il matrimonio della figlia Sofia a Bernalda. I suoi lavori, che vanno dall’arredo per interni a ceramiche artistiche, da oggetti di rappresentanza a pavimenti, da bomboniere a confezioni, da arredo urbano a ceramiche sacre e lampade, hanno una peculiarità che li distingue da tanti altri prodotti: sono unici. Sì, il maestro dà la possibilità ai suoi clienti di personalizzare i prodotti rendendoli, così, unici al mondo. In più i colori che lui usa sono tutti ricavati da materie naturali, rielaborate in laboratorio, seguendo i pantoni utilizzati in passato dagli artigiani e non utilizza stampi o calchi. Insomma un lavoro certosino che punta alla qualità e non alla quantità.
“Sono stato invitato a partecipare a diverse manifestazioni a livello nazionale e internazionale. Uno delle ultime si è tenuta a Chicago dove un noto ristorante è rimasto piacevolmente sorpreso da acquistare i miei piatti in ceramica. E’ un lavoro che dà molte soddisfazione – racconta Rocco – ma la passione e la pazienza sono fondamentali. Tanti sono stati i sacrifici finora, soprattutto per un trentenne che si mette in proprio in un piccolo paesino. Ma ogni mattina mi alzo con il sorriso e vado a lavorare. Questa è la mia forza”.
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