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Signor Ministro e Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Voi per aiutarci a salvare il ponte Musmeci che ha urgente bisogno di un restauro strutturale e inoltre per sospendere la realizzazione del progetto di illuminotecnica appena partito che sembra inopportuno almeno per il momento.
Il ponte Musmeci di Potenza, come Voi già sapete, progettato e realizzato da Musmeci tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta è considerato una delle opere più importanti dell’architettura e dell’ingegneria del ‘900.
Per la sua particolare struttura architettonica e per la sua suggestiva forma è ancora oggi un elemento esemplare di studio ingegneristico ed architettonico nonché di ammirazione estetica a livello mondiale.
Esso è un simbolo ed una delle opere più importanti della Città di Potenza.Da molti anni la nostra associazione, Basilicata 1799, ha richiamato con forza l’attenzione della pubblica opinione internazionale sullo stato di degrado in cui versa il Ponte Musmeci di Potenza.
E lo ha fatto con iniziative di grande interesse e qualità culturale nel rispetto delle caratteristiche architettoniche ed estetiche dell’opera: dall’installazione di uno dei più importanti artisti contemporanei come Daniel Buren, che al Ponte Musmeci ha dedicato la sua opera “Da una riva all’altra, la sciarpa d’Iris”, ai workshop con alcuni architetti del calibro di Franco Purini e Franco Zagari, che hanno visto la partecipazione di moltissime giovani competenze della nostra regione; dagli spettacoli di danza contemporanea di Retouramont, di Les Passagers e di Mk allo spettacolo teatrale dedicato a Koltès e al progetto “Il giardino in movimento”, che ha visto il coinvolgimento dello studio di architettura Wop e di tantissimi cittadini – cittadini che, nei mesi scorsi, si sono fatti carico di ripulire il “contesto” del ponte, abbandonato a se e pieno di immondizia, garantendo in quegli spazi diversi momenti culturali.
Il filo conduttore di tutte queste iniziative è sempre stata l’attivazione di una grande partecipazione pubblica per un futuro culturale del Ponte, che trova nel logo “Musmart” (Musmeci e Arte), elaborato da Basilicata 1799, una precisa direzione tesa al rispetto e alla valorizzazione di quest’opera con un vero e proprio progetto culturale e artistico.
Tra l’altro, nei mesi scorsi, abbiamo ribadito con forza l’urgenza e la necessità di lanciare una grande iniziativa per il restauro del ponte, per la sua conservazione e per marcarne il valore culturale.
Abbiamo avuto la possibilità di discutere con lo stesso commissario dell’Asi su come promuovere intorno al “restauro” complessivo del Ponte un grande progetto culturale, capace di coinvolgere non solo la cittadinanza, ma anche tutti i saperi e le competenze territoriali e non solo – se è vero, come è vero, che il Ponte ha questa grande dimensione internazionale.
A noi sembra che proprio tale operazione di coinvolgimento manchi completamente all’interno del progetto di illuminotecnica avviato dalla Regione Basilicata e dall’Asi. Essa appare un’operazione verticistica e privatistica, che non si è neanche posta il problema di come dialogare con tutti quei soggetti culturali che da anni si interrogano sulla funzione del Ponte all’interno della nostra città.
Intervenire oggi con una mera operazione “scenografica” non può assolutamente nascondere il fatto prioritario di avviare un progetto complessivo di restauro e di riqualificazione del Ponte e del suo “contesto”.
Ancora una volta, in questa vicenda si mostra, purtroppo, quanta poca sintonia intercorra tra le diverse istituzioni (Ministero, Regione, Comune, Asi…).
Si tenga presente che oltre ai centomila euro finalizzati dalla Regione per questa operazione, il Comune ha avviato – all’interno dei Pisus – un progetto di riqualificazione dell’area Basento-Musmeci con un importo di poco inferiore ai 2 milioni di euro.
Entrambe le operazioni sono state fatte senza garantire alcuna evidenza pubblica attraverso bandi che, invece, avrebbero potuto coinvolgere – intorno ad un’idea culturale – competenze e saperi di livello internazionale, garantendo ad un tempo la stessa valorizzazione di quelle giovani professionalità presenti sul nostro territorio in modo da garantire la crescita stessa del tessuto culturale della città.
Più volte è stata proclamata la necessità di rendere sempre più permeabile la P.A. ai saperi e alle competenze della società civile; quelle competenze e quei saperi presenti in tanti giovani ormai tenuti fuori del mercato del lavoro da lobby influenti. Un bando pubblico avrebbe garantito, da un lato, la trasparenza di un’operazione che avrebbe bisogno di un respiro molto più alto dal punto di vista culturale, e dall’altro,quelle opportunità che costituiscono il sale stesso della democrazia, sempre più imprigionata dentro schemi corporativi che neanche il linguaggio scontato di questi giorni del presidente della “rivoluzione democratica” è riuscito a scalfire.
*presidente e vice Presidente Ass. Basilicata 1799
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