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LOCRI (RC) – Condanne pesanti per i finanzieri “infedeli” che nella Locride hanno approfittato della loro condizione per mettere in piedi un giro di truffe e raggiri. Il collegio del Tribunale di Locri presieduto da Amelia Monteleone ha condannato a 11 anni e 4 mesi il capitano delle Fiamme Gialle Vincenzo Insardà, per lui la richiesta era stata di 21 anni. A 7 anni è stato condannato il maresciallo Giuseppe Crinò (richiesta 15 anni) e a 4 anni è stato condannato il maresciallo Francesco Inzirillo (richiesta 7 anni). Due anni per il ragioniere di Siderno Salvatore Barranca. Assolti praticamente tutti i medici coinvolti nel processo. Ha retto quindi la ricostruzione del pm Paolo Sirelo secondo cui il capitano Vincenzo Insardà, i marescialli Giuseppe Crinò, Francesco Inzerillo ed il ragioniere Salvatore Barranca, avrebbero intrattenuto fitti rapporti confidenziali tra loro informandosi a vicenda delle indagini e dei controlli in corso. Attraverso contatti privilegiati con il maresciallo, il ragioniere riusciva, infatti, a reperire notizie riservate su accertamenti fiscali in corso, al fine di condizionare l’esito finale dei controlli a vantaggio dei suoi «clienti». 

A dare il via all’inchiesta sono stati i dubbi sorti su strane fughe di notizie dagli uffici della Finanza di Locri. Sulla base dei primi accertamenti riservati, i sospetti sembravano convergere sulla pista interna, per cui erano state avviate attività investigative che, attraverso il massiccio impiego di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni, hanno consentito di portare alla luce un articolato sistema corruttivo. 
 
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