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MATERA – La sede dell’associazione culturale “Spine bianche” è concentrata in alcune stanze. Una in particolare è quella in cui gli abitanti, molti dei quali ragazzi, giocano a carte, trascorrono il tempo in compagnia e leggono.
«La Biblioteca provinciale e i cittadini ci hanno donato circa 3000 volumi – spiega il presidente Giuseppe Festa. Dai romanzi d’amore, ai saggi, dalle enciclopedie per ragazzi alle grandi biografie, tutto a disposizione di chi vuol trascorrere il tempo libero rimanendo nel proprio quartiere. La filosofia dell’associazione è quella di combattere, con strumenti semplici ma che sembrano efficaci, la delinquenza giovanile, l’emarginazione. Collaborazioni con l’amministrazione comunale (che ha messo a disposizione gratuita la sede negli ex uffici della coop Dumbo, ndr.) e con il Csv grazie al quale l’associazione ha aderito ad un progetto di recupero di giovani in difficoltà. Tutti i giorni, dalle 16 in poi, quei locali diventano il punto di riferimento di tante persone. Non tutte, però. C’è ancora molto da fare. Ma Festa, la cui caparbietà è nota in città, tenta di attrarre altri soci oltre ai 20 attuali (la quota annuale è di 10 euro che, a volte, sono una somma significativa da spendere, ndr.) per evitare che Spine Bianche, pian piano si trasformi in quartiere dormitorio. Piccoli esempi di quotidiana operatività.
«Nei prossimi tempi porganizzeremo tornei di calcetto, biliardino, ping pong». E per la pulizia dell’area, Festa precisa: «C’è il netturbino di quartiere in servizio dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12, il venerdì solo per un’ora. Il sabato invece pulisce l’area della chiesa di S. Pio X. Il quartiere da quando c’è la nostra associazione, è migliorato, ma vogliamo fare ancora altro».
Una piccola cucina viene utilizzata («Solo se ci sono io, per garantire la sicurezza», ndr) per esigenze del momento, negli uffici sono conservate le pagine dei quotidiani che si sono occupati delle iniziative dell’associazione che è riuscita a creare un’area giochi per i bambini nella zona verde del quartiere, le panchine nuove, un campetto intitolato alla memoria di Franco Mancini nei mesi scorsi. Proprio a questa iniziativa è legata la memoria di Renato Carpentieri, giornalista del Quotidiano recentemente scomparso. «Voglio intitolare la nostra sede alla sua memoria. In questi anni mi è stato vicino molto spesso, sostenendo le nostre iniziative».
a.ciervo@luedi.it
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