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QUEL centro scommesse non avrebbe mai dovuto essere aperto. Mancava infatti l’autorizzazione del Monopolio di Stato, necessaria a rendere operativa la struttura di via Cappelluti e così la Polizia ha imposto la chiusura immediata del locale nel quale, al momento dell’arrivo degli agenti con la notifica del provvedimento, si trovavano due ragazzi di 16 anni intenti a giocare. 
Il personale della Squadra amministrativa della Divisione polizia amministrativa e sociale della Questura, ha così applicato le norme previste in questi casi. «L’agente di intermediazione – si legge infatti nella nota – era sprovvisto dell’autorizzazione del Questore». 
Il titolare è stato denunciato per aver «Esercitato l’attività di raccolta scommesse in assenza di autorizzazione e per la mancata esposizione della tabella dei giochi proibiti». 
La legge, infatti, prevede  «Che in tutte le sale da biliardo o da gioco e negli altri esercizi, compresi i circoli privati, autorizzati alla pratica del gioco o all’installazione di apparecchi da gioco, deve essere esposta in luogo visibile una tabella, predisposta ed approvata dal Questore e vidimata dalle autorità competenti al rilascio dell’autorizzazione, nella quale sono indicati, oltre ai giochi d’azzardo, anche quelli che lo stesso Questore ritenga di vietare nel pubblico interesse, nonchè le prescrizioni ed i divieti specifici che ritenga di disporre. 
Nelle sale da biliardo deve essere esposto in modo visibile il costo della singola partita ovvero quello orario. La tabella deve indicare anche che sono vietate le scommesse, il cui esito è futuro ed incerto, cioè non dipendente dalla propria capacità, ma da fatti estranei agli scommettitori».
Al titolare verrà ora applicata una multa che va dai 5 ai 20 mila euro. 
La chiusura del centro scommesse nel quale si trovavano due sedicenni riporta d’attualità il  tema della ludopatia, ovvero la dipendenza da qualsiasi forma di gioco che a Matera, come segnalato già qualche anno fa dalla Fondazione monsignor Cavalla (che dedicò una due giorni all’argomento, ndr.) ha assunto i contorni dell’emergenza sociale. 
Negli ultimi anni, secondo quanto diffuso da uno studio che risale al 2010, la spesa per consumo di gioco in Italia  è passata da 6 a 60 miliardi.
a.ciervo@luedi.it

 

Quel centro scommesse non avrebbe mai dovuto essere aperto. Mancava infatti l’autorizzazione del Monopolio di Stato, necessaria a rendere operativa la struttura di via Cappelluti e così la Polizia ha imposto la chiusura immediata del locale nel quale, al momento dell’arrivo degli agenti con la notifica del provvedimento, si trovavano due ragazzi di 16 anni intenti a giocare.

Il personale della Squadra amministrativa della Divisione polizia amministrativa e sociale della Questura, ha così applicato le norme previste in questi casi. «L’agente di intermediazione – si legge infatti nella nota – era sprovvisto dell’autorizzazione del Questore».

Il titolare è stato denunciato per aver «Esercitato l’attività di raccolta scommesse in assenza di autorizzazione e per la mancata esposizione della tabella dei giochi proibiti».

La legge, infatti, prevede «Che in tutte le sale da biliardo o da gioco e negli altri esercizi, compresi i circoli privati, autorizzati alla pratica del gioco o all’installazione di apparecchi da gioco, deve essere esposta in luogo visibile una tabella, predisposta ed approvata dal Questore e vidimata dalle autorità competenti al rilascio dell’autorizzazione, nella quale sono indicati, oltre ai giochi d’azzardo, anche quelli che lo stesso Questore ritenga di vietare nel pubblico interesse, nonchè le prescrizioni ed i divieti specifici che ritenga di disporre.

Nelle sale da biliardo deve essere esposto in modo visibile il costo della singola partita ovvero quello orario. La tabella deve indicare anche che sono vietate le scommesse, il cui esito è futuro ed incerto, cioè non dipendente dalla propria capacità, ma da fatti estranei agli scommettitori».

Al titolare verrà ora applicata una multa che va dai 5 ai 20 mila euro.

La chiusura del centro scommesse nel quale si trovavano due sedicenni riporta d’attualità il tema della ludopatia, ovvero la dipendenza da qualsiasi forma di gioco che a Matera, come segnalato già qualche anno fa dalla Fondazione monsignor Cavalla (che dedicò una due giorni all’argomento, ndr.) ha assunto i contorni dell’emergenza sociale.

Negli ultimi anni, secondo quanto diffuso da uno studio che risale al 2010, la spesa per consumo di gioco in Italia è passata da 6 a 60 miliardi.

a.ciervo@luedi.it

 

 

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