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CATANZARO – Si è concluso con una condanna ridotta ed una confermata il processo d’appello a carico di Eugenii Kaplin, di 25 anni originario dell’Ucraina, e Nouri Burkat Jouad Saleh, palestinese di 24 anni, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di omicidio come conseguenza di altro reato, di ricettazione e di resistenza a pubblico ufficiale, dopo con lo sbarco di 50 immigrati sulla costa di Guardavalle (Cz) conclusosi ad agosto 2010 con la morte di un quindicenne annegato.
I giudici della Corte d’assise d’appello di Catanzaro (presidente Talerico, a latere Cosentino), cui il sostituto procuratore generale, Raffaela Sforza, aveva chiesto la conferma del primo grado per entrambi gli imputati, hanno scontato la condanna di Kaplin (difeso da Domanico Pietragalla), il solo che in precedenza fu ritenuto colpevole per la morte del ragazzino (ma assolto dall’accusa di ricettazione della barca su cui viaggiavano i clandestini), da 15 a 11 anni di reclusione, dopo aver riqualificato l’imputazione da omicidio come conseguenza di altro reato a omicidio colposo.
Confermata invece la condanna a 2 anni di reclusione e 510.000 euro di multa per Jouad Saleh, già assolto dall’accusa di omicidio, e da quelle di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, ma condannato per la sola immigrazione clandestina. La sentenza di primo grado risale al 3 ottobre del 2012, quando i giudici della Corte d’assise del capoluogo calabrese rimasero lontani dalle richieste del pubblico ministero, che allora aveva proposto per gli imputati due condanne a 24 anni di reclusione ciascuno. Nell’ambito delle indagini che portarono all’arresto dei due presunti scafisti – rinviati a giudizio il 20 giugno 2011 – furono i compagni di viaggio di Quazim Ahamad, il quindicenne di origine afgana deceduto nel drammatico viaggio il cui corpo fu rinvenuto il 24 agosto sulla spiaggia di Guardavalle, a consentire alle forze dell’ordine di ricostruire quanto accaduto, raccontando che il ragazzo aveva spiegato di non saper nuotare, e che quando finì in mare chiese disperatamente aiuto, ma purtroppo senza ricevere soccorso.

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