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QUESTO deve essere il tempo dei migliori. Perchè altro tempo non ci è concesso. Devono essere bandite tre categorie: gli scoraggiatori, i calunniatori e i parassiti di professione. Ma bisogna stare alla larga da un’altra cerchia di persone: quella di chi coltiva gli interessi personali.

Ritorno su un tema al quale tengo particolarmente.

Abbiamo il dovere di fare, di dare un senso quotidiano alle nostre azioni. La Basilicata è una piccola comunità di individui. C’è chi ha responsabilità di gestione e chi deve sentirsi legittimato a controllare ma anche a proporre. Questo vale a ogni livello. Anche per la mia categoria. Un tempo eravamo monopolisti, i migliori per appartenenza a un Ordine. Oggi non è più così. Lo stesso percorso disintermediato vale anche per la politica. Non solo c’è chi ne sa più di te, ma c’è un mondo pronto a smascherarti, se bluffi.

Le rivoluzioni mi piacciono. E sono stata la prima (anche per il piacere dell’estetica della parola) a percepire come inattesa l’avanzata elettorale di Pittella. Le foto piene di impeto che lo accompagnarono in campagna elettorale me ne suggerirono l’appellativo, il gladiatore.

Io credo che il governatore coltivi una grande ambizione: dimostrare che sa lottare. Molti attendono passi falsi, lui va avanti come un carrarmato, ghigliottina vecchi vertici, piazza i suoi, si affida ad esterni.

Ma. C’è sempre un ma. Bisogna che ci sia un contesto di fiducia per accompagnare questo percorso. Esiste oggi un rapporto di fiducia tra il nuovo governatore e la sua comunità?

Chi vuole passare alla storia deve essere al di sopra di ogni sospetto. Non è un problema di limite, spesso oggettivo, del fare. Ieri mattina parlavo con un dirigente regionale, mi ribadiva i limiti del patto di stabilità (a proposito ci vorrebbe una rivoluzione per romperlo, almeno per le royalty), ma io ho sbirciato anche nelle sue carte e ho visto qualche cosa davvero di insopportabile lasciata in eredità: per esempio un pagamento di quindicimila euro per aggregare un po’ di contatti su una pagina facebook. Sconcertante. Oggi pubblichiamo anche la relazione della vecchia commissione d’inchiesta sui consorzi di bonifica (fu presieduta da Flovilla nel ‘98). Leggendola viene da riflettere con il sindacalista Nino Falotico: ma quali scrupoli possono esserci verso i lavoratori senza stipendio? Vogliano dire innanzitutto come sono stati assunti? Che tipo di servizi hanno reso all’agricoltura?  Quale benessere per la collettività hanno prodotto? Sono passati quasi vent’anni da quella relazione e l’unica arte dimostrata è stata quella di rivendicare soldi pubblici per ripianare i buchi di bilancio. Chi lavora realmente, chi è in cassa integrazione, chi ha lo stipendio dimezzato dal contratto di solidarietà, chi è fuori dal mercato oggi sconta anche il parassitismo del passato. Che è quasi sempre un parassitismo pubblico. Anche il sindacato deve essere all’altezza. Tutelare i  lavoratori e chiudere con chi ha rubato.

Ma sono particolarmente insopportabili i conflitti d’interesse. E vengo alla notizia del giorno. Oggi pubblichiamo una storia  che va subito chiarita. L’ingegnere Mazziotta è il vicesindaco di Ferrandina. Si occupa anche di certificazioni ambientali. Ed è in affari con Castellano, l’imprenditore dei rifiuti che fu arrestato. Dalla cronaca di Leo Amato potete farvi un’idea. Il punto è che l’ingegnere in questione è stato nominato nel dipartimento regionale all’ambiente, come da delibera che il Quotidiano ha pubblicato due giorni fa. Quando il dipartimento ambiente dovrà decidere del piano rifiuti, che si fa? Ora che sia uno non del Pd che ha votato Pittella non mi sconvolge. Ma mi interessa, come cittadina lucana, che le politiche ambientali siano immuni da qualunque condizionamento, anche in via potenziale. Il Quotidiano denunciò un altro conflitto d’interesse in materia ambientale, quello del direttore generale all’ambiente, Donato Viggiano. De Filippo gli confermò la fiducia, è rimasto al suo posto. E il risultato di tutta la vicenda è che ho in corso una causa di risarcimento danni per svariate centinaia di migliaia di euro. Possiamo raddoppiare le cause, ma il problema resta. Questa materia è troppo sensibile per lasciare sospetti. (Leggete a Tito cosa sta succedendo). Noi oggi poniano il caso, quanto tempo riusciamo a tenere caldo l’argomento? Nel silenzio degli altri, nel tempo che passa, nella perdita d’attualità, ci si distrae e chi controlla il controllore? Proprio all’ambiente bisognava mettere l’ingegnere?

Dunque, caro presidente, noi sappiamo che c’è un branco di leoni nell’arena che non aspetta altro che sbranarti. Ma così sei tu che ti offri in pasto. Fai dimettere subito l’ingegnere. Un  gesto da uomo forte.

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