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Un report sulle emissioni di Italcementi è stato presentato questa mattina a Matera dall’Arpab. Si tratta di un primo intervento di monitoraggio che è partito nel settembre scorso e che ha potuto verificare come vi siano microinquinanti e diossine che sono state rilevati attraverso dei deposimetri posti attorno alla Cementeria di Matera e nel raggio di due chilometri.
Un dato che però riesaminato, visto che non ci sono limiti previsti dalla legge, in virtù di linee guida applicate in altri casi ed in altre realtà simili. La necessità rilevata è quella di proseguire le verifiche e il monitoraggio in modo da renderlo statisticamente rilevante e aver dunque un quadro più completo da un punto di vista numerico. 
Intanto nella mattinata di ieri sono state depositate in Comune le 300 firme della petizione che dice no all’ampliamento di Italcementi ed all’autorizzazione a bruciare anche rifiuti di un certo tipo. Il Comitato “No all’inceneritore” ha depositato le firme.

MATERA – Qualcosa si muove.  I dati del primo report sull’Italcementi presentati ieri mattina presso la sala giunta del Comune di Matera dall’Arpab segnalano elementi da monitorare ma non da allarmarsi. Così come spiegato in una riunione con tutte le parti attive del protocollo 2011 e con l’Arpab che ha effettuato i controlli nell’ambito di quell’intesa.

Numeri e dati ancora parziali e che necessitano di un approfondimento perchè le verifiche dell’Arpab partite nel settembre scorso sono solo all’inizio e in queste settimane è partita una seconda campagna che potrà dare risultati maggiormente interessanti.

«La presenza di diossine e di microinquinanti nei deposimetri che abbiamo posto nel raggio di due chilometri dall’impianto è stata rilevata, non ci sono in tal senso limiti di legge per cui abbiamo dovuto», ha spiegato Lucia Summa responsabile del procedimento per l’Arpab, «rapportarci ad altre situazioni ed altri dati di realtà analoghe».

E’ stato possibile verificare che il dato più alto rilevato dai quattro deposimetri è stato 17,17 ha riguardato la stazione di Angolo Nastri, quella più lontana dalla città di Matera e comunque sotto il limite di 21 pico grammi che per esempio in Belgio tengono come paramentro mensile di riferimento. Il dato dunque non può allarmare ma merita probabilmente nuove verifiche.

C’è dunque la necessità di ampliare le verifiche all’intero anno e ai suoi diversi momenti: «i dati hanno bisogno di almeno quattro campagne, direi che sotto un profilo statistico questi sono non significativi».

Nelle prossime settimane la situazione sarà esaminata in maniera continua anche rispetto a quella che può essere la strumentazione delle centraline meteo.

«Mi pare che questi dati sottolineino la necessità di fare ulteriori approfondimenti perchè ci sono alcuni aspetti che meritano dei controlli» ha spiegato Mario Cuccarese dell’Arpab durante la conferenza stampa, «ma è altrettanto evidente che non ci sono motivi in questo momento per potersi davvero allarmare».

Non sono mancati rilevamenti anche per quanto riguarda la qualità dell’aria grazie a due centraline che sono state poste a Cava Trasanello e Jazzo Gattini e che hanno confermato i dati dell’aria nell’ambito di quelli che sono i parametri già previsti.

Così come anche per quanto riguarda il rumore i numeri rilevati non vanno al di là dei tetti previsti almeno per quanto riguarda l’area dell’impianto ma altre verifiche dovranno essere previste anche in questi casi.

Altra questione importante che è stata sottolineata nel corso della mattinata di ieri è quella che ha riguardato le tempistiche e il ruolo svolto dall’Arpab.

Nel primo caso «va ricordato che l’intesa di cui parliamo è stato sottoscritta l’11 ottobre del 2011 dopo la concessione dell’Aia a Italcementi e che l’Arpab svolge il compito di soggetto attuatore del protocollo sottoscritto da Regione, Provincia e Comune» ha puntualizzato Summa. «Il 2012, è stato spiegato, ha richiesto sopralluoghi tecnici e acquisizione di strumentazioni mentre per quanto riguarda il 2013 è stato necessario individuare i luoghi in cui allocare le centraline. In questa maniera il monitoraggio è partito solo nella seconda metà del 2013 con i rilevamenti che sono stati fatti in particolare per i deposimetri tra il 9 settembre e il 23 ottobre scorso».

Due in particolare nel corso dell’appuntamento i rilievi fatti il primo posto dal consigliere comunale Manicone che ha sottolineato la necessità «di allargare il raggio di verifica dei depositi fino ai 15 chilometri previsti dal protocollo in via originaria». E poi invece Pio Acito che ha sottolineato anche la necessità di rapportare l’esito delle verifiche al lavoro effettivamente svolto da Italcementi: «sembra ad esempio che ad ottobre lo stabilimento è stato fermo per venti giorni». Un altro dato che rende necessario, certamente, ragionare su questi dati su base annua per poter avere numeri e situazioni che danno maggiori certezze a tutti.

p.quarto@luedi.it

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