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L’ESERCITO è stata una scelta, negli alpini è finito per caso man mano che la carriera andava avanti. Ma ora che tra le alte montagne del Nord Italia è stato uno dei protagonisti dei CaSTA (Campionati Sciistici delle Truppe Alpine), sorride pensando a un ambiente che è un po’ il filo conduttore della sua vita. Originario di Barile, Giovanni Volonnino, alle montagne è abituato. «Certo che torno in Basilicata, appena posso. Lì ho famiglia, casa, legami».

Il resto dell’anno è con la divisa a Bellinzago Novarese dove lavora nel reggimento “Nizza Cavalleria”, che fa parte della brigata alpina Taurinense.

Maresciallo, già molti anni di servizio prestati nell’esercito. Prima la leva, poi la ferma volontaria, poi i concorsi. «Ho capito subito che sarebbe stato il mio lavoro». E, racconta, ha capito subito anche il peso della responsabilità. «Capita in molti lavori, ma nell’esercito c’è qualche rischio in più. Quando hai altri uomini che dipendono da te, significa avere la responsabilità delle loro vite, delle loro famiglie, dei loro figli».

Lo ha imparato in missione, in Paesi dilaniati e da ricostruire, dalla Bosnia al Kossovo; lo ha imparato sulle strade pericolose delle periferie italiane, come quando ha partecipato all’operazione Domino su Napoli.

Nei giorni scorsi ha gareggiato con altri ai Campionati Sciistici delle Truppe Alpine: slalom, staffetta, fondo. La sfida – in questo caso sportiva – è un appuntamento che permette il confronto ad atleti e squadre provenienti da diverse di nazioni di tradizione alpina. Quest’anno le gare, da poco concluse,  si sono svolte a  Sestriere, con la partecipazione di oltre 1000 atleti provenienti da più di quindici nazioni.

L’evento clou dei campionati è la competizione tra i plotoni, autentico tour de force di tre giorni che vede gli alpini, vestiti ed equipaggiati per il combattimento in montagna, con arma e zaino da 15 kg sulle spalle, affrontarsi in un’impegnativa serie di gare di sci alternate a prove di tiro e lancio della bomba a mano. Senza trascurare due aspetti fondamentali in montagna: la topografia e il soccorso valanghe, oggetto di due impegnative prove di abilità a tempo. Si tratta di un test per verificare le capacità degli alpini a vivere, muovere e operare in montagna d’inverno. Con la consapevolezza che molto fanno spirito di sacrificio e lavoro di squadra. Ma a questo, gli alpini, «sono abituati».

sa. lo.

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