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POTENZA – Franco Gallia, dal giugno scorso è il nuovo direttore generale del Banco di Napoli.
Un incarico che segue la sua nomina a Direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Il nuovo Dg ,57 anni, piemontese di Alessandria, con una carriera tutta all’interno del Gruppo, proviene dalla Cassa di risparmio di Venezia di cui è stato direttore generale dal novembre del 2009; in precedenza è stato direttore regionale di Lazio, Sardegna e Sicilia della Divisione Banca dei Territori e, per il triennio 2007-2009, capo Area Lazio di Intesa Sanpaolo.
«Ho conosciuto il dottor Franco Gallia in questi mesi, nel suo nuovo incarico di Direttore Generale del Banco di Napoli. Oltre che la simpatia e la sua amabilità, ho potuto apprezzare le sue spiccate doti professionali, la competenza e vorrei aggiungere anche la saggezza che ha dimostrato già nel primo impatto con la più grande Banca del Sud. Una Banca che opera in un contesto economico-sociale molto diverso e certamente più complesso per i manager che operano nel Nord Italia».
Incontriamo il vicepresidente del Banco di Napoli, Giovanni Tricchinelli, in uno dei suoi viaggi nelle Regioni meridionali, in visita ad aziende ed altre realtà imprenditoriali che stanno combattendo la crisi che ha investito con più virulenza proprio il Mezzogiorno d’Italia.
«Per contrastare la crisi e invertire la rotta – aggiunge Tricchinelli – ci vuole tanta fiducia , ma anche professionalità e visione progettuale. Una realtà come quella del Banco di Napoli, con i suoi punti di forza, può rappresentare un punto di svolta per il nostro Mezzogiorno. La funzione del credito, in una economia in affanno come quella del Sud, può stimolare nuova occupazione e crescita economica. Lo sta facendo il Banco di Napoli, sotto la guida dinamica impressa dal nuovo direttore generale».
Quali sono, per il Banco di Napoli, questi punti di forza?
«Innanzitutto la presenza capillare del Banco nelle regioni meridionali. A seguire le professionalità e le competenze, di prim’ordine, sparse in tutte le filiali che operano sul territorio».
Vogliamo entrare più nel dettaglio?
«Senz’altro. Riporto l’istantanea che il Dottor Gallia ha mostrato ai sindacati, nel loro primo incontro, svoltosi subito dopo il suo insediamento: Il Banco di Napoli ha una rete composta di oltre 700 filiali nelle regioni dell’Italia peninsulare e oltre due milioni di clienti. Aggiungiamo le 160 filiali e gli oltre 490.000 clienti delle rete Intesa Sanpaolo dell’Area Sicilia».
Il nuovo direttore ha illustrato le sue linee guida per il futuro della Banca?
«Certamente. E lo ha fatto con grande chiarezza d’intenti. In un momento critico per il Paese, ma ancor più per il Mezzogiorno, il gruppo Intesa Sanpaolo riesce ancora a mantenere risultati reddituali ed equilibrio finanziario. All’interno del Gruppo, il Banco di Napoli dimostra vitalità e dinamismo che altri istituti faticano a raggiungere. Certamente pesa sempre più il costo del credito, ma il Direttore ci ha svelato un dato sorprendente: i prestiti alle famiglie e alle imprese hanno superato l’ammontare dei depositi. Un segnale inequivocabile di fiducia nella economia del Mezzogiorno».
Non ha però nascosto il Direttore le difficoltà in cui opera il Banco di Napoli.
«Ha tenuto a precisare che la Banca, storicamente focalizzata sulla raccolta, è molto penalizzata dalla curva dei tassi. Per questo occorre aumentare la produttività».
E sul fronte del contenimento dei costi? Anche il Banco di Napoli avrebbe bisogno di una cura “rigenerante”.
«Una decisa riduzione dei costi e il taglio di sprechi. Mi sembra questo l’orizzonte cui volge lo sguardo il nuovo Direttore Generale. Lo ha detto ai sindacati e lo va ripetendo in tutte le occasioni utili per rimarcare , se così mi posso esprimere, la “missione” del Banco di Napoli. E’ un messaggio rivolto alla politica, alla società civile, al mondo imprenditoriale. Questo significa che il credito segue logiche proprie, in alcuni casi molto diverse dalle scorciatoie o da sentieri accidentati cui ricorre la pubblica amministrazione o altri soggetti pubblici o privati».
E’ notizia di oggi: dopo sei mesi, è la prima volta che,in Italia, il tasso di disoccupazione scende al 12,7 per cento. E’ un segnale incoraggiante anche per voi?
«Senza dubbio. Questo dimostra che vanno incoraggiate le nuove generazioni non solo con generici inni all’ottimismo e al coraggio. La politica economica, in primis, ma anche un grande Istituto finanziario del Sud, come il Banco di Napoli, dovranno fare la loro parte. Strategie, scelte e comportamenti debbono caratterizzare il nuovo corso di una coraggiosa politica per la crescita nel Mezzogiorno. Se l’euro è rappresentato come lo scudo per la nostra moneta, il credito potremmo rappresentarlo come un integratore energetico che dà vitalità e impulso alle economie territoriali. Ecco, sono queste, in poche parole le sfide che si prospettano per le classi dirigenti e per la nostra Banca, che, ne sono certo, raggiungerà traguardi ambiziosi sotto la guida dinamica e intelligente del nuovo direttore generale».
m.r.
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