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SAN FERDINANDO (RC) – Nonostante la pioggia battente si è svolta a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, la manifestazione di protesta indetta dai sindaci della Piana contro l’arrivo al porto di Gioia Tauro della nave con armi chimiche siriane. Sul palco, in piazza Nunziante, c’erano tutti i sindaci della Piana e il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa.
Il sindaco di Melicuccà, Emanuele Oliveri, nel corso del suo intervento ha sintetizzato la posizione dei sindaci, che sono contrari “senza se e senza ma”, nonostante le rassicurazioni che il governatore Giusepppe Scopelliti ha riferito di avere ricevuto dal presidente del Consiglio Enrico Letta. “Siamo contrari a una scelta calata dall’alto, la nave con le armi siriane non la vogliamo. Nè – ha aggiunto Oliveri – vogliamo la Zes – ossia il riconoscimento della Zona economica speciale che Scopelliti ha chiesto a Letta di perorare in Parlamento prima e in Europa successivamente – per avere ospitato la nave, la Zes ce la dovete dare perchè ce la meritiamo. Se è vero che quello di Gioia Tauro è il porto principale d’Italia, allora la Zes la rivendichiamo per un territorio che ha già sofferto abbastanza”.
Dopo Oliveri ha preso la parola Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, la quale ha ribadito “non è una scelta ideologica, qui noi sindaci rappresentiamo tutti i partiti, tutto l’arco costituzionale” e ha sottolineato il no a una scelta imposta dall’alto sulla testa dei territori (LEGGI L’AVVIO DELLA MISSIONE).
LE RASSICURAZIONI DI SCOPELLITI – Nel corso del Consiglio regionale tenuto venerdì sera a Reggio Calabria, il governatore Giuseppe Scopelliti ha provato a rassicurare gli scettici: “Abbiamo ottenuto garanzie di massima sicurezza sulle operazioni di trasbordo – ha detto – e in cambio abbiamo chiesto l’impegno del governo per istituire la Zona economica speciale per la Piana di Gioia Tauro”.
Scopelliti quindi ha chiarito che l’operazione avverrà da nave a nave, attraverso la “movimentazione dei contenitori attraverso rotabili”, le operazioni dureranno dalle 12 a massimo 20-24 ore, non avverrà alcuno stoccaggio, il terminalista ha organizzato un pronto soccorso da campo, conscio che i rischi sono minimi, e in ogni caso il raggio d’azione, è stato ribadito, non supera i 700 metri, ossia resta limitato entro i confini del porto. Infine, è stato anche chiarito che non si tratta tecnicamente di “armi chimiche”, ma di sostanze che singolarmente prese non sono ancora “armi chimiche” e che per diventare tali andrebbero composte tra loro. Inoltre lo stesso ministro Lupi si è detto disponibile a presenziare all’operazione.
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