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MATERA – Qualcuno teme che le transenne, abitualmente utilizzate durante la festa patronale il 2 luglio, diventino l’oggetto più richiesto dei prossimi giorni.
I materani, invece, stanno dimostrando di non farsi coinvolgere dalla psicosi del crollo.
Poche ore dopo la tragedia di vico Piave, l’11 gennaio scorso, il timore che quell’orrore si potesse ripetere non ha preso il sopravvento ma ha lasciato spazio, invece ad altri sentimenti, come quello della solidarietà.
A 19 giorni di distanza, la situazione resta sotto controllo in tutta la città senza, però, segnalare esagerazioni singolari.
Lo conferma il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Eugenio Barisano.
«In realtà – spiega – ci aspettavamo un effetto legato a quella vicenda e dunque un aumento spropositato di richieste di intervento e controllo. Non è stato così: la media di chiamate quotidiane va dalle 2 alle 4 telefonate».
Nessun quartiere della città supera l’altro in quanto a “sindrome da crollo”.
«In genere – spiega ancora Barisano – sono gli amministratori dei condomini che si rivolgono a noi con comunicazioni scritte e inviate con posta ordinaria, per chiederci di controllare gli stabili. Questo dimostra che non si tratta di situazioni di emergenza. Naturalmente il nostro compito è intervenire nei casi urgenti e per questo, ogni giorno, ci rechiamo a svolgere controlli laddove ci viene chiesto. Operazioni che svolgiamo sempre insieme all’Ufficio tecnico del Comune, per muoverci con attività organiche».
Il ricordo di quelle macerie è ancora molto forte nella memoria di tutti i materani e in particolare tra chi ha scavato senza sosta fra mattoni e detriti.
La città, che tenta di tornare alla normalità con questo peso emotivo incredibile, non dimentica ma cerca per quanto possibile di fare in modo che quella terribile vicenda possa insegnare qualcosa.
Per farlo, però, non usa la tensione e la paura ma lo sguardo attento alla realtà.
a.ciervo@luedi.it
ADDUCE CONCENTRATO SUL DESTINO DELLA CITTA’
Il progetto Italia 2019, che coinvolge le città candidate a diventare capitale europea della Cultura è stato avviato, ma Salvatore Adduce da più di due settimane è concentrato su altri temi. Le due ali delle palazzine di vico Piave, sbriciolate in pochi secondi, non si dimenticano e richiedono impegno, attenzione, valutazione di tutti gli elementi legati alle emergenze. Nel frattempo i cittadini chiedono, indagano, vogliono sapere. E il sindaco deve rispondere, confrontarsi e non abbassare la guardia. Gestire una città è anche questo, ma quando la città è una delle sei candidate ad essere capitale europea della cultura nel 2019, il compito è molto più delicato. Non sono ore semplici per Salvatore Adduce che deve anche affrontare le vicende giudiziarie che coinvolgono esponenti della sua amministrazione e che dovranno essere chiarite. In queste ore l’emergenza riguarda via Casalnuovo, ingresso ai Sassi che costringeranno le comitive di turisti i cui bus parcheggiano nei dintorni di quella strada, a modificare traiettoria, a visitare San Pietro Caveoso e le Malve alla fine di un percorso completamente diverso rispetto a qualche giorno fa. La chiusura di quella strada, d’altronde, era necessaria ma è stata la sconfitta più bruciante di queste ore per il sindaco che, ora, spera, di ripristinare quella via al più presto, pena uno sguardo ridotto, dimezzato sui rioni più antichi di Matera.
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