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POLICORO – L’incendio del chiosco “BarHchic” sulla duna attrezzata del lungomare centrale del centro jonico, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, è certamente di natura dolosa.
Lo si sospettava domenica e lunedì l’ipotesi si è fatta più concreta da parte degli inquirenti. A indagare sono i carabinieri della locale Compagnia, primi a raggiungere via Lido e piazza Chonia, luogo dell’incendio. Ma questo non vuol dire che gli altri presidi di legalità stiano a guardare. Anzi.
Le indagini sono in corso a vasto raggio. Chi è stato? Perchè? Sono domande sulle quali si stanno concentrando le forze dell’ordine, interrogando persone e setacciando il territorio. Le ipotesi al vaglio finora sono più di una. Quella meno credibile è la cosiddetta bravata.
Il gestore/proprietario, Davide Stigliano, non avrebbe mai ricevuto minacce, avvertimenti o cose del genere, né in veste di imprenditore, né in quella di privato cittadino.
In parole povere, non avrebbe mai fatto del male a nessuno. In passato, però, la sua attività è stata presa a bersaglio da ragazzi che si divertivano a esplodere petardi. Se questa fosse l’ipotesi più logica, si escluderebbe quella del dolo per quella dell’incendio colposo. La seconda pista ruota intorno a un nome, parte lesa sia ben chiaro: Yassine. Chi è costui? Da anni vive in zona e nativo del Marocco. Qualche tempo fa aprì una rosticceria a Scanzano e proprio in quel locale aperto al pubblico fece visita Michele Puce, il nuovo boss del Metapontino stando alle cronache giornalistiche degli ultimi giorni.
Dopo aver mangiato e bevuto non avrebbe pagato il conto, sempre secondo le indagini, e da lì scaturì una rissa tra lo stesso gestore e il Puce. Ma ora che fa Yassine? Ha lasciato Scanzano e vive a Policoro. Guardacaso ha aperto un chiosco bar, il “King of Kebab” sul lungomare centrale a non più di venti metri dal BarHchic. Che abbiano sbagliato obiettivo? Possibile.
Infine, c’è il sospetto che ci potrebbe essere un filo logico, e qui parleremmo di vera e propria criminalità organizzata, tra gli incendi nelle aziende agricole, tutte senza un colpevole finora, e quelle legate al turismo. Infatti, i malviventi avrebbero spostato il tiro dal settore primario dell’economia regionale a quello che ha i maggiori margini di crescita: il turismo per l’appunto.
Un paio di anni fa l’auto di un imprenditore policorese, Sigismondo Mangialardi, nel cuore della notte scoppiò nel parcheggio antistante la sua struttura, sempre vicino il lungomare. Non si è mai saputo se per autocombustione, il veicolo Fiat Ulisse non era nuovo, una vendetta di un ex dipendente o la richiesta di soldi? Ora è toccato a Davide Stigliano del BarHchic, un chiosco aperto solo l’estate ma con una clientela abbastanza selezionata e molto frequentato.
Si sarebbe colpito lui per dare un segnale a tutte le altre tipologie di attività presenti sul lungomare centrale. Come tesi ci potrebbe stare, ma se così fosse la strategia dei malviventi si potrebbe trasformare in un boomerang. Basti guardare i nomi degli altri gestori. E non solo su quella porzione di lungomare.
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