3 minuti per la lettura
PROVATE a immaginare se in un quarto d’ora la vostra vita cambiasse totalmente senza più una casa, i vostri vestiti, il letto in cui dormivate di solito, il bagno in cui vi lavavate ogni mattina.
La tragedia di vico Piave in cui le ali di due palazzine si sono sbriciolate in pochi secondi, ha dimostrato proprio questo: quanto puo’ essere inaspettato e traumatico anche il fatto di restare vivi.
Lo conferma anche l’assessore comunale alle Politiche sociali Simona Guarini che ha impegnato il personale specializzato che fa capo a Caterina Rotondaro in un lavoro che tenta di ricostruire personalità e prospettive di chi l’11 gennaio scorso ha perso tutto.
Si comincia, ovviamente, con l’assistenza pratica per dare un tetto, un pasto, un luogo fisico cui fare riferimento a chi nella propria casa non potrà più entrare o potrà farlo solo tra alcuni mesi.
“Per chi ha avuto l’ordinanza di sgombero, necessarie per la loro incolumità, abbiamo previsto forme di accoglienza in strutture che spesso collaborano con l’amministrazione comunale.
In totale si tratta – spiega la Guarini – di circa 40 persone che comprende i residenti dal 18 al 26 di vico Piave e quelli che vivono nelle palazzine di fronte a quelle crollate.
Ad oggi ne ospitiamo una decina, dal momento che le altre si sono organizzate autonomamente da amici o parenti.
Per chi ha chiesto di essere aiutato, sono già state previste sistemazioni al Villaggio del fanciullo e al Sacro Cuore; anche altre strutture, come le Monacelle, ci hanno dato la loro disponibilità, a costo agevolato, per ospitare queste persone.
In un caso, soltanto, il bed & breakfast “Ai terrazzini” ci ha messo a disposizione gratuita per circa 10 giorni alcuni spazi per un nucleo familiare che sta già ospitando”.
Il fattore tempo, in questa vicenda, è fondamentale.
E’ ancora impossibile, infatti, prevedere per quanto tempo chi ha ricevuto l’inibizione all’accesso o l’ordinanza di sgombero dovrà restare senza un tetto.
Per questo la giunta comunale sta per approvare una delibera di indirizzo che per i prossimi sei mesi prevede un contributo di cifre che non superano i 600 euro mensili di “Contributo di emergenza per autonoma sistemazione”, necessario per affrontare la locazione di un appartamento.
Immaginiamo che si tratti di un provvedimento che riguarderà circa 20 nuclei familiari.
Tutto lo staff delle assistenti sociali si è occupato dal primo momento anche di tutti gli altri aspetti.
La sistemazione delle famiglie prevede, a seconda dei singoli casi, sia il vitto che l’alloggio.
Abbiamo tenuto in considerazione le esigenze personali per poter consentire un soggiorno meno traumatico possibile.
In alcuni casi, poi, si è messa in moto la rete familiare a sostegno di chi si trova in questa situazione.
Naturalmente noi suggeriamo a tutti di individuare una abitazione in cui almeno per sei mesi potranno contare sul sostegno economico del Comune
Rispettivamente 3 persone sono ospitate al Sacro Cuore, 5 alle Monacelle, 1 persona al Villaggio del Fanciullo dove si trovano anche le famiglie della Martella, infine ai Terrazzini ci sono 4 persone”.
A “ridosso” della vicenda vico Piave, nelle ore successive, è stato previsto anche lo sgombero, (questa volta per allagamenti dei locali causati dalle alluvioni del passato) di alcuni nuclei familiari che si trovavano nell’edificio della ex scuola di La Martella.
Nonostante la particolarità della loro presenza nella struttura il Comune ha comunque previsto l’assistenza e la loro ospitalità al Villaggio del Fanciullo. “In tutto quattro nuclei familiari – spiega la Guarini – che comprendono anche alcuni minori.
Il provvedimento rientra per alcuni versi nelle attività che svolgiamo abitualmente e non ha a che vedere con il crollo.
L’ufficio tecnico del Comune, nel frattempo, sta provvedendo a mettere in sicurezza i locali nei quali vivevano queste persone.
La macchina amministrativa, dunque, va avanti tenendo in considerazione che la tragedia dell’11 gennaio segna un momento drammatico non solo sotto il profilo umano, ma anche sociale. Un aspetto, quest’ultimo, che non si può ignorare.
a.ciervo@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA