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VIBO VALENTIA – Un presunto esecutore materiale di un omicidio e di due tentati omicidi avvenuti a Vibo Marina ha consegnato al gup distrettuale di Catanzaro, Abigail Mellace, un memoriale in cui ammette la partecipazione ai fatti di sangue. Si tratta di Mauro Uras, 43 anni, nato in Germania ma residente a Canino, in provincia di Viterbo, per il quale lunedì scorso il pm della Dda di Catanzaro, Simona Rossi, ha chiesto la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Francesco Scrugli ed i tentati omicidi di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato (LEGGI LE RICHIESTE DI CONDANNA PER GLI IMPUTATI).
I fatti di sangue, contestati nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Gringia” (LEGGI L’ARTICOLO SULL’OPERAZIONE), portano la data del 21 marzo 2012 quando i tre sono stati fatto oggetto di diversi colpi d’arma da fuoco a Vibo Marina nell’ambito, secondo l’accusa, della faida fra il clan Patania di Stefanaconi ed i clan di Piscopio, frazione di Vibo, di cui avrebbero fatto parte le vittime. Mauro Uras, che ora ha ammesso le proprie responsabilità, sarebbe stato arruolato insieme ad altri killer stranieri dal gruppo dei Patania. In totale, l’accusa nel processo “Gringia” ha chiesto 3 ergastoli ed oltre 160 anni di carcere. La sentenza è attesa per il mese di febbraio.

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