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CHI è Anna Di Pede, come fa a conoscere tante notizie sul caso di vico Piave e, soprattutto, come fa a postare sul suo recentissimo profilo Facebook documenti riservati, perchè rientranti nel fascicolo delle indagini?
La domanda nasce spontanea, imbattendosi su questo nuovo profilo aperto tra mercoledì e giovedì scorsi, sembra per buttare da subito benzina sul fuoco del drammatico crollo in vico Piave. In particolare, colpisce il fatto che Anna Di Pede non mostri alcuna foto di sè; anzi usi come immagine del profilo la locandina simbolo della raccolta fondi della Caritas, parlando solo del caso di vico Piave, senza mostrare altri interessi, come normalmente accade su di un profilo social. Tutti dati oggettivi, che fanno riflettere sull’identità di Anna Di Pede.
I dubbi, però, aumentano e si fanno insinuanti quando sabato sera, Anna posta tre documenti importantissimi, che sono già nel fascicolo della Procura, oltre che nei competenti uffici che li hanno rilasciati: il verbale redatto dai Vigili del fuoco dopo il sopralluogo del 15 dicembre 2013 in vico Piave, un documento autorizzativo ai lavori per il ristorante al piano terra della palazzina crollata e il lungo verbale redatto dall’ingegnere Lamacchia Acito del Comune, dopo il sopralluogo del 23 dicembre 2013.
Allora, ci chiediamo: come fa Anna Di Pede a possedere questi documenti riservatissimi e delicati, da cui si evince, tra l’altro, anche qualche primo profilo di responsabilità?
La nostra curiosità si fa morbosa, insieme con i dubbi più che legittimi sulla reale identità della signora Di Pede, ufficialmente laureata all’università “Bicocca” di Milano, dopo gli studi ed il diploma all’Istituto tecnico commerciale di Matera.
Oggi Anna Di Pede dichiara di vivere a Milano e lavorare alla Nestle, tanto che sulla sua immagine di copertina campeggia una vecchia locandina pubblicitaria di farina lattea, appartenente al noto marchio milanese di leccornie. Anna Di Pede attacca il Comune di Matera, evidenziandone presunte responsabilità nel mancato sgombero, come ripete fino all’esasperazione.
Intanto, tra le amicizie di questa simpatica materana che vive a Milano, ma sa tutto sul crollo di vico Piave, crescono ogni giorno di più, tra giornalisti, assessori comunali, consiglieri regionali ed altri personaggi noti di Matera, che evidentemente hanno accettato la sua amicizia per seguire quanto avesse da comunicare. Come le decine di materani che commentano le sue dichiarazioni in bacheca. In effetti, le notizie sul profilo di Anna Di Pede ci sono, seppure a senso unico, confermando che Facebook nel caso di vico Piave rappresenta un luogo virtuale dove si sta già svolgendo una sorta di processo. Come quello a Nico Andrisani, committente dei lavori per il ristorante, che proprio mercoledì scorso, dopo aver postato la sua posizione su Facebook, si è improvvisamente cancellato dal social.
a.corrado@luedi.it
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