X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

POTENZA – Un nuovo affondo alla sanità lucana stavolta arriva dall’Anaao, l’associazione medici dirigenti. L’analisi, di respiro nazionale, si concentra sulla basilicata partendo dal presupposto che «l’unica caratteristica “nazionale” del Servizio Sanitario è che i posti letto sono sostituiti dai posti barella o dai posti in piedi, o a terra, come accaduto a Roma». Diciamo che questi casi limite non sono proprio specifici della Basilicata, ma c’è un problema di posti letto che interessa tutte le piattaforme di pronto soccorso regionale che, come abbiamo specificato negli ultimi giorni, registrano un progressivo aumento delle utenze. E questo per il sindacato dei medici rappresenta una tendenza tutta nazionale che sta portando al collasso l’intero sistema di pronto soccorso. In questo quadro a tinte fosche la Basiilicata rientra proprio sulla questione del taglio dei posti letto. Tagli che «ci relegano agli ultimi posti in Europa, giunto negli ultimi 10 anni a punte di oltre il 20% in Friuli, Basilicata, Liguria, Puglia, Sardegna. Taglio dettato principalmente dalla volontà di rideterminare al ribasso le dotazioni organiche di medici ed infermieri e dalla miope politica di contenimento dei costi attraverso la drastica riduzione del turn over.

E non accompagnato da nuovi modelli organizzativi della medicina del territorio, per cui in tantissime aree del Paese, non vi sono adeguate alternative al ricorso all’ospedale». Ed eccolo il problema, che investe anche la piccola Basilicata. Sempre più persone si rivolgono direttamente agli ospedali della regione, senza passare magari dal medico di famiglia. Questo mette in difficoltà il sistema di gestione delle emergenze così come le strutture sanitarie stesse. D’altronde il rapporto sulla sanità pubblicato lo scorso anno sui posti letto in Basilicata dice quanto il sindacato dei medici ribadisce. Nel 2008 la regione, prima del processo di riorganizzazione aveva una popolazione media per Asl e per distretto fortemente sottodimensionata. La riorganizzazione, ovvero l’accorpamento delle Asl, a partire dal 2010 ha allineato la regione ai valori standard nazionali per numero di afferenti, ma per quanto riguarda il numero complessivo dei posti letto già dal 2005 si è registrata una netta diminuzione.

Ne risulta quindi che la Basilicata è quella che ha ridotto in maniera più incisiva la propria dotazione di posti letto. Già cinque anni fa il rapporto tra offerta e abitanti era di 59 posti letto ogni mille abitanti. Mentre nel 2010, l’offerta si è fermata a 3,9 posti letto per ogni mille abitanti. Una riduzione del 15,4% rispetto al 2005. Il numero di giorni in cui un posto letto rimane libero è pari a 2,2 giorni nell’Azienda Sanitaria di Potenza e a 2 giorni nell’Azienda Sanitaria di Matera. E con la spending review le cose nel corso degli anni non sono migliorate. Certo, è anche vero che anche le prestazioni in day hospital sono diminuite, ma i posti letto per acuti anche, con tutto quello che ne consegue. la strategia di potenziamento del servizio sanitario in Basilicata rischia di essere quasi del tutto vanificata o comunque di restare nelle mani soltanto dei due principali ospedali, gli stessi che ogni giorno devono far fronte ad una maggiore richiesta e quindi ad un progressivo potenziamento dei punti deboli, a partire proprio dalle liste di attesa. E tutto questo tenendo sempre presente il fatto che sempre di più i cittadini lucani scelgono l’ospedale anche per una semplice prestazione ambulatoriale.

v.panettieri@luedi.it

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE