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GIOIA TAURO (RC) – Le armi chimiche siriane che ora passeranno per lo scalo calabrese, prima di essere distrutte in alto mare. Ecco le tappe dell’operazione del piano Onu-Opac.
AGENTI CHIMICI – In Italia sono attese 560 tonnellate di agenti chimici (delle 1290 tonnellate dell’intero arsenale tra armi, componenti e altro materiale) identificate dal piano Onu-Opac di “priorità 1“, e cioè i più pericolosi. Si tratta principalmente di gas mostarda e sarin, contenuti in 60 container, che verranno “imballati e sigillati secondo procedure internazionali per la totale sicurezza del trasporto“, ha assicurato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.
IL TRASBORDO – Nel porto di Gioia Tauro il materiale chimico che arriverà a bordo del cargo danese Ark Futura (o del norvegese Taiko) sarà trasferito sulla nave americana Cape Ray “da nave a nave” mediante appositi rotabili” e “senza stoccaggio a terra dei container”, ha aggiunto Lupi. L’operazione avverrà “secondo standard internazionali di sicurezza.”
I TEMPI – L’operazione di trasbordo a Gioia Tauro durerà 24-48 ore. E avverrà “all’inizio di febbraio, in ogni caso entro la prima metà di febbraio“, ha reso noto il direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, mentre la distruzione degli agenti a bordo della nave Usa “nei successivi due mesi.” “Sarà un’operazione singola, non si ripeterà“, ha poi assicurato.
LE NAVI – “Ad oggi solo una parte dei container di armi chimiche siriane è stata caricata sulla nave danese” che dovrà portarle in Italia, ha spiegato il ministro degli Esteri Emma Bonino. La Ark Futura ha infatti caricato 27 tonnellate di materiale il 7 gennaio scorso a Latakia e attende per motivi di sicurezza al largo della Siria di poter caricare il resto una volta che le autorità siriane le avranno trasferite dai depositi al porto. Il mercantile danese salperà poi alla volta di Gioia Tauro scortata da navi militari di Russia, Cina, Danimarca, Norvegia alle quali si aggiungerà anche una della Gran Bretagna. Intanto la nave Usa Cape Ray partirà dalla Virginia nei prossimi giorni e, secondo il Pentagono, impiegherà “due settimane” a raggiungere il Mediterraneo.
LA DISTRUZIONE E LO SMALTIMENTO – Gli agenti chimici saranno quindi distrutti in acque internazionali, mediante idrolisi a bordo della Cape Ray, equipaggiata con due “field deployable hydrolysis systems” e sulla quale viaggeranno 35 marine e 64 esperti chimici dell’Army’s Edgewood Chemical Biological Center. La Germania smaltirà 370 tonnellate di scorie prodotte dallo stesso procedimento di distruzione eseguito sulla Cape Ray. La Gran Bretagna distruggerà a sua volta altre 150 tonnellate di agenti chimici della categoria più pericolosa sul proprio territorio. Per i “rifiuti” derivanti dalla distruzione degli agenti meno pericolosi, l’Opac ha indetto una gara d’appalto internazionale destinata alle industrie chimiche civili. Nessuna sostanza tossica verrà gettata in mare, ha garantito Uzumcu, spiegando che “è proibito dalla Convenzione sulle armi chimiche” e che “ispettori Opac saranno a bordo della Cape Ray per tutto il tempo dell’operazione.”
I COSTI – Il Trust Fund costituito per finanziare l’intera distruzione dell’arsenale chimico di Bashar al Assad ha raccolto finora 12 milioni di euro (altri 20 sono stati promessi) da 17 Paesi più l’Unione europea. L’Italia ha contribuito con 3 milioni di euro.
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