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“CHI ha qualcosa da dire faccia un passo avanti e taccia”. Da questa battuta di Krauss provo a fare un piccolo ragionamento a proposito di Città e Politiche.
In un tempo ipercomunicativo credo vi sia bisogno di maggiore silenzio, tra le tante ricette che si moltiplicano per dare un volto a questa Città spero che prevalga l’essenzialità, quindi l’essenza stessa del luogo. A me basterebbe che Potenza fosse per l’appunto una Città normale e per questo spero che la politica ritrovi il senso del suo etimo. Per quanto banale appaia non è scontato, perché si sa che “l’essenziale è invisibile agli occhi”, ci vuole molto coraggio, visione, dubbio, e ricordarsi d’esser sempre un po’ bambini. Occorre anche che noi cittadini ci educhiamo a un civismo più maturo cominciando a misurare una più corretta distanza tra politica e interessi personali affinché prevalgano le politiche a dispetto delle ciambotte. (Ottime solo da mangiare).
Buone politiche pretendono ottimi politici, ottimi politici presuppongono cittadini eccellenti. Un circolo virtuoso e ineludibile se si vuole cambiare stato. (Non ho scritto Stato). Come sia possibile selezionare buoni politici al tempo del colera? Ovvero al tempo che ha distrutto partiti, seppellito etica, morale, bene pubblico? Non saprei. Di certo so che non si fa con le forche né con le forchette, non con le proto Darwiniane primarie con cui si sono semplicemente rafforzate patogenicità; né tantomeno con pararevolucion. Non ho visto barbe lunghe, baschi, uniformi e soprattutto nessuno ha urlato hasta siempre! Insomma che fare?
Ripartire dal basso si dice, ma più basso di così credo si trovino solo Lombrichi. Di certo non si può parlare di gentlemen agreement nelle relazioni politichesi esistenti, almeno a ben vedere dagli sputtanamenti messi in atto da Benedetto di CD. Ovviamente non mi sconvolge l’accordo, ma la lingua strana in cui è stato scritto e suggellato. Chi ricorda quella meravigliosa commedia satirica lucana “fatt’ d n’gasa nostra”? Ecco di che si tratta. L’estratto di provincialismo sub culturale di vicoli stretti. Non si salva più nessuno se proseguiamo lungo questa strada fatta di buche e fango. Il sistema politico, istituzionale, sociale è vittima del contraccolpo delle sue azioni virulente, violente, prive di responsabilità e senso d’onore. Il rimedio non è la scorciatoia, non è dicotomizzando il concetto società civile / politica come professa Grillo che è la reazione autoimmune del sistema. Il contraccolpo appunto. Non è il ricorso ai Saggi, ai Re Magi, agli Illuminati, agli Ufo.
La vicenda della Giunta Regionale plasticamente rappresenta la fine della politica (probabilmente di un tipo) prima ancora che del partito regione come Folino già disse.
Trascurare questo dato è sbagliato e inutile almeno quanto nascondere polvere sotto il tappeto. Così io faccio un passo avanti e taccio, per riprendere fiato, cercare le giuste parole, riflettere ed usare questo consapevole silenzio per impedire/mi la disumanizzazione.
Ecco perché mi basta una Città che al centro ponga l’Uomo proteggendone la dignità e posto nell’orizzonte della cultura al cui interno sia contenuto, come scrive mons. Ravasi la parola sapienza che deriva dal Latino sapère e che significa non solo conoscere ma aver gusto, sapore. La capacità semplice di capire il senso delle cose, ed in questo senso “intellettuale” è anche l’uomo comune che sa scoprire, ed io aggiungo condividere, un valore nella sua vita quotidiana. In alternativa non ci rimane che Peppa Pig. Una garanzia.
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